“Argo 9001-X” in: FUTURO Europa, n. 46

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FUTURO Europa – Rassegna europea di Science Fiction, n. 46

AA.VV. (a cura di Lino Aldani e Ugo Malaguti)

Perseo Editrice, Bologna, Giugno 2006

Pagine: 320

Prezzo: € 15,00

Acquistabile su: 

http://www.elaralibri.it/cat/fut/fut-046.htm

Antologia di racconti, saggi e con un romanzo breve di genere fantascienza.

Contenuti:

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SAGGISTICA

ROMANZO

Editoriale
Ufologia? Non confondiamola con la SF di Fabio Calabrese
A noi piace corto di Giovanni Mongini
Cinerecensioni di Gianni Ursini
Libri Usciti: 1° Semestre 2005 di Ernesto Vegetti
José Moselli: Una pagina di SF dimenticata di Emilio Di Gristina
FUTURO risponde
L’uccisore di robot di Mauro Antonio Miglieruolo

 

RACCONTI

Argo 9001-X di Francesco Brandoli
Simulatore di Bruno Vitiello
Smistamento di Pierre-Jean Brouillaud
I battitori del crepuscolo di Domenico Gallo
Solitudine rossa di Giorgio Sangiorgi
Cose che si vedono nel cielo di Antonino Fazio
L’enigma dell’indio seduto di Antonio Bellomi
Si è verificato un errore di Renato Pestriniero
1936: i misteri di un’anima di Alessandro Fambrini
L’ultima speranza di Donato Altomare
Arena di Nino Salamone
Di che colore è il vento? di Alexandar Ziljac

Contiene il mio racconto di Fantascienza: “Argo 9001-X” (pagg. da 107 a 112).

Editoriale:

« Dobbiamo iniziare questo mastodontico numero 46 di Futuro Europa con una serie di scuse e giustificazioni. Avrete notato nel numero precedente l’assenza della consueta rubrica dei Libri Usciti di Ernesto Vegetti, mentre in questo numero non troverete le Recensioni. Per di più, il promesso catalogo di Futuro dal numero 27 al numero 46 è rimandato al prossimo numero, il 47, dove troverete l’indice degli autori e delle opere dei numeri che vanno dal 27 al 47, appunto. Un racconto di Pierre-Jean Brouillaud previsto per Futuro 45 slitterà anch’esso al 47, insieme a Nelle Grotte di Roberto Fuiano. E anche alcuni testi annunciati per questo numero 46 slittano di un numero, compreso un bel racconto di Luciano Nardelli che voleva onorare la memoria di questo grande amico di Futuro scomparso proprio quest’anno, prematuramente, un lutto che colpisce la sf italiana che aveva da molto tempo Nardelli tra i suoi protagonisti.
Il motivo di questi slittamenti – ai quali va aggiunto anche un bel racconto di Andrea Coco, che avrebbe dovuto uscire in questo numero e invece passa a sua volta al 47, ma il nostro Andrea è comunque stato presente nel numero precedente con il divertentissimo
Manuale tecnico operativo – è facilmente intuibile: siamo letteralmente sommersi da materiale buono e ottimo, i nostri scaffali traboccano, neppure l’aumento delle pagine – sono 320 in questo numero, equivalenti alle 600 di un libro normale – serve a contenere la marea inarrestabile di racconti e romanzi di autori europei, dalle più diverse estrazioni (in questo numero esordisce il croato Alexandar Ziljac, risultato il vincitore del poll internazionale della rivista Internova, addirittura prima dell’applauditissimo israeliano Guy Hasson diventato un beniamimo del pubblico di Nova Sf*: e leggendo questo pezzo di bravura, su una partita di caccia che nasconde una struttura interstellare nella quale non è difficile identificare elementi e storture del mondo contemporaneo, ci rendiamo conto di trovarci di fronte davvero a un autore di grande caratura internazionale). Abbiamo romanzi, racconti, romanzi brevi, saggi, spesso di livello elevatissimo, abbiamo gli esordienti che premono, abbiamo stabilito interessanti convenzioni con altri gruppi e premi di una certa consistenza ma anche di quell’onestà che poniamo come pregiudiziale a ogni accordo editoriale (pubblicare la versione permanente di testi risultati vincenti in qualche concorso del Web ci sembra interessante e importante). Amici, se pensiamo che la maggior paura di Lino Aldani, quando insieme a Ugo Malaguti concepì l’idea di questo rilancio di Futuro Europa, era quella di poter trovare materiale di valore sufficiente a mantenere le uscite della rivista (che allora aveva 128 pagine) a un livello di grande dignità, quella che è la realtà di oggi supera ogni immaginazione. Ma non per chi non aveva mai dubitato della tradizione, della capacità, dell’originalità della letteratura europea, una grande fucina nella quale non poteva mancare la fantascienza, specchio della società di oggi, letteratura in sintonia con i tempi quale mai se ne è vista una.
Ci sono gli autori abituali, quelli di grande tradizione, i cosiddetti “nomi”, (i Miglieruolo, i Pestriniero, gli Aldani, i Catani, i Bellomi, solo per dirne alcuni) e ci sono quelli nati da
Futuro e sempre più graditi al pubblico e diventati “grandi” a loro volta (e qui viene subito da pensare a Bruno Vitiello, Alessandro Fambrini, Antonino Fazio, che in verità era nato prima di Futuro, come autore, ma che qui ha trovato una sua dimensione più compiuta). Ci sono i saggisti, molti dei quali rivaleggiano in lucidità e interesse con gli autori dei racconti più avvincenti, e ci sono le traduzioni, sempre più copiose da quando è iniziata la costruzione di varie redazioni specializzate per i diversi paesi europei – e i lavoro continua e darà sempre più copiosi frutti.
Poi ci sono avvenimenti come
L’uccisore di robot, il più recente romanzo di Mauro Antonio Miglieruolo, che occupano un terzo della rivista (e se si fosse trattato di un libro, avrebbe occupato le canoniche 256 pagine) ai quali non si sa resistere. Il sommario di Futuro 46 era già stato stabilito. Poi Lino Aldani e Ugo Malaguti hanno letto questo romanzo di Miglieruolo, il secondo che viene ospitato dalla rivista dopo lo splendido Golpe 2000. Di Miglieruolo è fresco di stampa il primo volume antologico nella collana dei Narratori Europei, il bellissimo Assurdo virtuale, comprendente il romanzo omonimo e una quindicina di racconti, tra editi e inediti, rappresentanti una selezione importante delle qualità di questo scrittore che abbiamo scelto come simbolo di Futuro, non facendo mancare le sue storie praticamente quasi in nessun numero. Il successo del libro è davvero trascinante, e già è in corso di realizzazione il secondo, Come ladro di notte, che ripresenta l’introvabile capolavoro di questo autore insieme a una ventina di storie quasi tutte inedite e assolutamente straordinarie, provocanti fin dal titolo (uno tra i tanti è La più grande fica di tutto l’universo, pensate a come possono essere gli altri…) ma il vulcanico e mefistofelico Miglieruolo sembra avere un talento autentico nel mettere in difficoltà gli editors. Con due antologie già praticamente chiuse, cosa fa il Nostro? Ci scrive un romanzo del tutto straordinario, che non esitiamo a definire una delle storie più importanti e più belle sull’argomento senza fine della ribellione umana all’ingiustizia e all’oppressione, un lavoro dalla bellezza che mozza il fiato, sia per la scelta stilistica, sia per il ritmo e la costruzione, sia per l’ansia di libertà e di eguaglianza che spira da ogni pagina. E noi cosa dovevamo fare? Pubblicarlo subito, perché ci sono certi testi che non possono aspettare. Eccolo. Ma sono più di cento pagine di Futuro Europa. E così le impaginazioni sono saltate, e il numero ha cambiato aspetto. Assumendo tra l’altro forti connotazioni etiche e sociali, per la presenza in contemporanea di due storie bellissime come lo struggente Simulatore di Bruno Vitiello e come il travolgente, quasi perfetto I battitori del crepuscolo di Domenico Gallo, l’esordio sulle nostre pagine di Nino Salamone, con una storia di ispirazione browniana anche nel titolo – Arena – ma condotta con la perizia e la misura delle pièces sociologiche d’annata… e qui ci fermiamo, perché dovremmo ricordare tutti gli altri testi che compongono questo numero, a cominciare dal racconto “parasociologico” di Donato Altomare alla metafisica visione di un esordiente, Francesco Brandoli, destinato a fare strada, per non dimenticare i consueti appuntamenti con l’ispettore Jorgensen di Alessandro Fambrini e il Club Pigreco di Antonio Bellomi, due modi diversi di interpretare un nuovo rapporto tra la letteratura del mistero e la fantascienza che sono nobilitati e arricchiti dalla straordinaria bravura dei loro autori…

Una piccola osservazione ci sembra d’obbligo. Oggi si scrive poca science fiction sociale, l’anagogia negativa caratteristica degli anni ’50, e alla quale dobbiamo i maggiori riconoscimenti del mondo universitario e del mainstream alla nostra letteratura, è trascurata da scrittori anche di talento, che preferiscono dedicarsi a improbabili variazioni sul modo in cui si può rendere indigesta una narrativa splendida come la space opera (è difficile negare che la new space opera e la fantascienza neotecologica imperanti in America non siano all’origine di una certo calo d’interesse e di diffusione di una letteratura che sul novum e sull’originalità di pensiero ha costruito le sue fortune), mentre il pubblico mostra di gradire sempre di più visioni distorte ma realistiche del futuro che può aspettarci, chiede opere e testi che lo facciano riflettere e lo aiutino a capire dove stiamo andando e perché, in un mondo che sembra offrire spunti infiniti all’ingegno dei narratori di vaglia.
Fortunatamente gli autori di
Futuro Europa questa esigenza la stanno cogliendo. Senza adeguarsi a mode o presunte tali, cercano di ragionare con la propria testa, di sondare il presente e il futuro per darne un’interpretazione magari discutibile, magari personale, ma capace di aprire una discussione e di attirare l’interesse di chi in questo presente vive e in quel futuro dovrà tuffarsi.
Vorremmo stimolare ancora di più i nostri autori a scegliere questa linea. Una rivista come
Futuro deve essere uno specchio dei tempi, una palestra di idee, di novità, di intuizioni, tali da rendere viva e vitale la rivista come avveniva nei periodi migliori della fantascienza. È una sfida alla quale il talento deve rispondere. Gli autori migliori non possono accontentarsi di rimasticare temi già noti. Devono andare oltre. Il fatto che tanti di loro lo stiano facendo è un confortante messaggio, e questo numero ne rappresenta forse la più lampante esemplificazione.

Ci fermiamo qui, perché raramente ci è capitato di imbastire quasi ex novo un volume che si rivela poi così ricco e omogeneo. O meglio, vorremmo fare un’ultima eccezione, segnalando l’intervento di un saggista nuovo per le nostre pagine, Emilio Di Gristina, che ci propone una rivisitazione del classico La fin d’Illa di José Moselli con una chiarezza, una passione, una base di documentazione, un’apertura mentale e una reale conoscenza dei precursori della science fiction capace di affascinare come e più di un racconto. Non è un segreto che tra le molte iniziative in cantiere presso la Perseo Libri, oltre alla collana di saggistica che sarà potenziata e rinvigorita, visti gli eccellenti risultati dei primi titoli, le opere di Mongini che stanno battendo tutti i primati di diffusione della nostra casa ( e di Mongini vi segnaliamo l’irresistibile excursus nel mondo sconosciuto dei cortometraggi, dal titolo così ambiguo da indurre l’immarcescibile Vanni a scherzarci sopra, nello spazio di Cinema Futuro), c’è anche una Collezione del Mistero che si propone di riscoprire, ritradurre e offrire agli appassionati e agli studiosi opere della paleofantascienza e del mistero, comprendenti l’800 e i primi tre decenni del ‘900, una miniera di tesori che merita uno studio approfondito e un’adeguata presentazione. Una voce come quella di Emilio Di Gristina crediamo darà un apporto fondamentale a questa nuova iniziativa, e siamo ansiosi di ritrovarlo in altri pezzi saggistici di uguale intensità e spessore.

Perché il mondo della Perseo è in caleidoscopico movimento, proiettato verso un 2007 nel quale le lunghe ombre del 2005 e di parte del 2006 siano dissipate. Tra l’altro, nei due anni di crisi più profonda, abbiamo pubblicato molti libri, e alcune delle opere migliori di tutta la nostra attività: altre ne abbiamo in programma.
Stiamo rinnovando e riassemblando la redazione, che dovrà dividersi tra le varie iniziative in corso, per mantenere in una situazione di produzione maggiore i livelli attuali o migliorarli. L’organigramma delle nuove redazioni di Nova Sf* e di Futuro Europa speriamo di poterlo pubblicare già dal prossimo numero, ma sappiate fin d’ora che i migliori specialisti italiani sono al lavoro per voi, e che i condirettori, Lino Aldani e Ugo Malaguti, stanno lavorando sodo per mantenere la prerogativa di questa rivista: la cura della selezione, la certezza per gli autori che le loro opere saranno esaminate da persone di indiscussa capacità e di tendenze e gusti diversi, in modo da mantenere quell’universalità di scelte che possa estendere l‘appeal della rivista al pubblico giovane e non più giovane che la sta seguendo con crescente passione.
Una redazione più numerosa e più forte è la garanzia di opere sempre più selezionate e migliori. Ai lettori spetta il compito di farci sapere cosa desiderano, in modo che, se appena possibile, ci sia dato di realizzarlo, e di seguire
Futuro con l’affetto e l’assiduità che una pubblicazione come questa sicuramente merita.
Godetevi questo straordinario volume e prenotate oggi stesso il prossimo, che nelle sue 336 densissime pagine vi offrirà anche il tanto atteso indice dei numeri 27/47 curato con la solita mano sapiente dal nostro Ernesto Vegetti.

FUTURO Europa»

Recensione su: fantascienza.com

Link al sito Perseo Libri: http://www.perseolibri.it/fut-46.htm

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