


La nebulosa degli spettri – Vittorio Piccirillo – Recensione
La nebulosa degli spettri (Ed. Solfanelli) è il primo titolo di una saga che vanta al momento tre volumi, tutti ovviamente scritti da Piccirillo. Una saga di fantascienza d’avventura che NON può essere persa da chiunque si dichiari fan di Star Trek.
La storia segue infatti le avventure della Pattuglia Stellare, una sorta di sistema di sicurezza o polizia del cosmo, che viaggia attraverso mondi e pianeti per mantenere l’ordine nell’universo.
In questa particolare missione la Pattuglia è alle prese con dei pirati spaziali ed ecco che i ritmi tipici della space opera si fondono con temi e climi quasi Salgariani.
Con una astronave che non ha nulla da invidiare alla Enterprise – del cui equipaggio si ricalca il tenore militare e tecnico dei dialoghi – la pattuglia segue una pista per fermare i pirati, con atmosfere che vanno dai mercanti (alla Star Wars) ai pianeti meno evoluti, a combattimenti a suon di siluri e laser.
Buona la caratterizzazione dei personaggi, per lo più umanoidi dalle bizzarre caratteristiche: il Tenente Declane è il classico comandante imperturbabile; Lah’Komat – di cui il libro segue il punto di vista nella narrazione in prima persona – è un esperto navigatore e tecnico, come Ne Ashar; Taidanosh è un nerboruto combattente, mentre Sheeda, membro femminile della truppa, è una esperta di armi.
Lo stile di Piccirillo è limpido e gradevole, facendosi leggere con piacere, senza appesantire nemmeno nelle abili scene di world building e approfondimento della scienza o dei costumi.
Un libro che piacerà sicuramente a chiunque ami la fantascienza, confermando ancora una volta la presenza di abiliti autori di questo genere nella nostra “classica” Italia.
Dalla quarta di copertina:
La nebulosa degli spettri appartiene alla “science-fiction”, genere che in passato ha riscosso un vasto consenso e che ancora oggi molti amano sebbene siano rimasti pochi autori, anche a causa della difficoltà di piazzare sul mercato – soprattutto in tempi di contrazione della proposta editoriale – questa fantascienza dai connotati vintage.
È un racconto di “space-opera”, un filone che ha avuto la sua massima espansione negli anni Trenta per poi essere ripreso e aggiornato da scrittori come Poul Anderson e Lois McMaster Bujold, e che ha ispirato kolossal cinematografici come Star Wars di George Lucas o serie televisive fortunate come Star Trek di Gene Roddenberry.
Gli ingredienti sono noti: scenari galattici caratterizzati da singolari manifestazioni di materia ed energia, in cui si muovono massicce astronavi coinvolte in spettacolari battaglie; alieni dai tratti esotici – eppure spesso più umani degli umani – che popolano vasti imperi contrapposti a potenti gilde commerciali dedite a traffici leciti e illeciti.
Nelle vicende della Pattuglia Stellare si ritrovano l’azione e le armi micidiali della Legione dello spazio di Jack Williamson, insieme all’avventura e alle invenzioni al limite del verosimile dei Lensmen di E. E. Doc Smith.
Romanzo dalle reminiscenze salgariane, seppur passate attraverso innumerevoli filtri letterari, gradevole e curato con scrupolo quasi filologico, non mancherà di divertire le vecchie e le nuove generazioni.
Copertina di Vincenzo Bosica [ISBN-978-88-89756-50-8] Pagg. 192 – € 12,00
L’Autore:
Vittorio Piccirillo nasce a Milano nel 1967 e successivamente si trasferisce a Lodi, dove attualmente vive e lavora nel campo dell’informatica.
Da sempre ha una spiccata inclinazione per le scienze e per le tecnologie. Modellista dilettante, ha realizzato una piccola flotta di astronavi in scala ridotta e dipinte a mano. Sportivo convinto, pratica attività all’aperto come il trekking e lo sci di fondo.
La fantascienza lo appassiona fin da ragazzo e con orgoglio egli vanta una ricca collezione di libri inerenti al genere, a cui si sono aggiunti in tempi più recenti film e telefilm in videocassetta e DVD.
Ha pubblicato per le Edizioni Solfanelli tre romanzi sci-fi La Nebulosa degli Spettri (2009), La Profezia della Luna Nera (2010) e La voce della distruzione (2013).

Storie del Necronomicon – Max Gobbo – Recensione
Voglio consigliare a tutti la lettura del libro di Max Gobbo, Storie del Necronomicon (ed. Tabula fati), che già dalla splendida copertina di Vincenzo Bosica (che si conferma uno dei migliori grafici contemporanei!) si presenta più che invitante.
Il volume è sostanzialmente strutturato come un’antologia di racconti – sulla scia dei maestri pulp che hanno dato vita al genere sulle riviste americane degli anni ’20 e ’30 – facilmente godibili se letti singolarmente, ma in realtà spesso legati da un sottile fil rouge che li lega fra loro.
Il libro è soprattutto un pastiche lovecraftiano, come evidente già dal titolo che richiama subito il famoso pseudobiblium inventato da Lovecraft, ma in molti tratti è parimenti debitore al grande maestro del heroic fantasy Robert E. Howard, sapientemente fuso con l’universo dell’altro grande autore citato. Così, accanto a storie in pieno stile lovecraftiano, troviamo racconti che presentano ambientazioni più fantastiche e addirittura personaggi, come il guerriero Kmer, che sembrano proprio usciti dalla penna di Howard, mentre lo stesso scirttore texano diventa personaggio di alcuni intrecci, in cui realtà e finzione si mescolano sapientemente.
Il libro gioca infatti anche con il mistero e con la realtà, confondendo le carte e portando a domandarsi se le grandi scoperte e inchieste giornalistiche di Jack Shepard esistano davvero (come ce lo si domanda del personaggio), così come da sempre tanti si chiedono se il Necronimicon esista… Forse il testo maledetto è stato anche in possesso di Lovecraft e Howard, come sembra rivelarci questo libro?
Insomma, il volume non può che piacere agli amanti del Solitario di Providence e del mondo che è sorto dalla sua narrativa.
Una nota sullo stile dell’Autore, che richiama esattamente il modello degli autori succitati di pulp, sembrando per certi versi magicamente uscito proprio dalle riviste dell’epoca, come se i racconti fossero degli inediti dei grandi maestri, miracolosamente risorti, piuttosto che l’opera di un nuovo e talentuoso autore. Il testo è scorrevole e si legge con piacere e facile comprensione: Gobbo sembra scrivere in maniera fin troppo semplice, con periodi brevi e taglienti, che non affaticano. Eppure, è sorprendente soffermarsi e notare come lo stile, contrariamente alle apparenze, sia frutto di grande maestria, perché quella linearità è il risultato della scelta perfetta di vocaboli che calcano precisamente il significato che l’autore vuole trasmettere, così che parrebbe impossibile sostituirli con altre parole. Ecco che la “semplicità apparente” si rivela così una grande dote, che porta più di una volta a complimentarsi per la capacità di utilizzare le specifiche parole usate da Gobbo e rendere così nitidamente e rapidamente il senso perfetto che vuole trasmettere.
Dalla quarta di copertina:
Chi commissionò al pittore Ben Yokhai nel 1893 il misterioso dipinto che nel corso del tempo s’è guadagnato una fama fra le più sinistre?
Qual è il contenuto innominabile del diario rinvenuto accanto al corpo senza vita dello scrittore Robert Ervin Howard nel giugno del 1936?
E infine, cosa ha scoperto di tanto spaventoso il giornalista americano Jack Shepherd?
Queste e altre domande troveranno risposta nelle pagine di questo libro che, partendo dal ritrovamento del più aborrito dei distici, narra degli abominevoli segreti che si celano oltre le nebbie impenetrabili dello spazio e del tempo che da sempre avvolgono il “Libro dei morti”.
Ma occorre usare cautela, poiché vi sono saperi proibiti che è bene ignorare, e rivelazioni sconvolgenti che l’intelletto potrebbe non sopportare.
L’Autore:
Max Gobbo alias Massimiliano Gobbo (1967), insegnante, nel tempo libero si dedica alla scrittura. Tra i suoi interessi principali figurano la narrativa dell’immaginario, la letteratura e il cinema.
È autore di diversi romanzi e di racconti fantastici come Garibaldi e i mostri meccanici e la Maschera nera, che rileggono in chiave “retrofuturista” la storia d’Italia. Nel 2010 esordisce con Protocollo Genesi edito da Aracne editrice presentato al XXIII Salone internazionale del libro di Torino.
Nel 2012 è finalista a Giallolatino col suo racconto La palude dei caimani.
Nel 2013 ha presentato al festival internazionale di fantascienza, Sticcon di Bellaria il suo Capitan Acciaio supereroe d’Italia edito da Psiche e Aurora editore, con prefazione di Gianfranco de Turris.
Maggio 2014, sulla prestigiosa rivista “Robot” (Delos Books) appare il suo racconto a tema steampunk, L’incontro di Teano.
Luglio 2014, sulle pagine di “IF – Insolito e Fantastico” rivista edita da Solfanelli compare il suo Aeronavi Italiche.
Il 2015 vedrà l’uscita d’un suo nuovo romanzo L’Occhio di Krishna per Bietti Editore.
Attualmente collabora con diverse riviste: “Skan Amazing Magazine”, “Politicamente.net”, “Letteratura Horror”, e col quotidiano on line “Barbadillo”. È curatore della sezione narrativa per la rivista “Antarès”.

J.R.R. Tolkien – La storia di Kullervo – Recensione
Recentemente uscita da Bompiani l’edizione italiana de “La storia di Kullervo”, nuovo inedito Tolkieniano ispirato dal Kalevala: «Il Kalevala è un poema epico composto da Elias Lönnrot nella metà dell’Ottocento, sulla base di poemi e canti popolari della Finlandia. Lönnrot assemblò e ricostruì la memoria storica delle genti finniche attraverso la massa dei canti prodotti dalla loro poesia tradizionale, riunendone in una sola opera la cosmogonia iniziale e il ciclo eroico/mitologico. La storia di Kullervo è strutturata in runi (capitoli), dal 31 al 36 del Kalevala» (Fonte Wikipedia).
Il volume di Bompiani, di circa 272 pagine (€ 19,00), presenta principalmente il testo della storia di Kullervo nella versione riscritta da Tolkien, purtroppo parzialmente incompleta (il finale è riassunto in pochi appunti mai sviluppati). Il testo è seguito da note e commenti, da un saggio (in duplice versione) dello stesso Tolkien sul Kalevala e da un saggio conclusivo su Tolkien, il Kalevala e la storia di Kullervo della curatrice del libro, la studiosa Verlyn Flieger. I soli testi di Tolkien, in questa edizione, sono presentati anche in versione originale, con testo inglese a fronte. L’immagine di copertina è un disegno originale sempre di Tolkien.
La sinossi del libro Bompiani delinea brevemente, ma efficacemente, la trama: «Kullervo figlio di Kalervo è forse il personaggio più oscuro e tragico di Tolkien. “L’infelice Kullervo”, come lo definisce Tolkien stesso, è uno sfortunato orfano dotato di poteri sovrumani e avviato a un tragico destino. Cresciuto nella casa dell’oscuro mago Untamo, che ha ucciso suo padre, rapito sua madre e che per tre volte ha cercato di ucciderlo quando era ancora un bambino, Kullervo non ha nulla al mondo se non l’amore della sorella gemella, Wanona, e la protezione di Musti, un cane nero dai poteri magici. Quando viene venduto come schiavo, il ragazzo giura di vendicarsi del mago. Tolkien scrisse che La Storia di Kullervo era il suo tentativo di creare una leggenda originale, oltre che un nodo importante nelle vicende della Prima Era: Kullervo infatti è antenato di Túrin Turambar, l’eroe tragico e incestuoso del Silmarillion. Con la sua potenza narrativa autonoma, La Storia di Kullervo è un tassello fondamentale nella struttura del mondo creato da Tolkien, e viene qui pubblicata per la prima volta con annotazioni, saggi e altri materiali sull’opera che ha ispirato l’autore, il Kalevala.»
Innanzitutto la storia, come già accaduto per Sigurd o Arthur, è l’esperimento incompiuto di un giovane Tolkien di riscrivere (tra il 1912 e il 1916) un testo epico che lo aveva molto colpito e influenzato: erano i primi tentativi del futuro creatore di Arda di cimentarsi con la scrittura di componimenti epici e magici. Sono molti gli influssi che avrebbe poi sviluppato nella sua poetica, a partire dai nomi, che mutano spesso nel corso del testo, dimostrano l’evoluzione di personaggi che nascono tratti dal poema originale per sviluppare proprie peculiarità, al punto da reclamare un nome nuovo e autonomo. Sono evidenti le radici che avrebbero poi portato ai nomi di personaggi e dei dello stesso Tolkien e, forse, alcuni accenni si ricollegano proprio alla prima creazione della lingua elfica Quenya (nel libro scritto Qenya – che non ho chiaro se sia un errore di Bompiani, perchè ho sempre visto scritto Quenya).
Ancora, centrale, è il tema [segue SPOILER!] dell’incesto frutto di errore dovuto a magia o maledizione, che porta al tragico suicidio dei personaggi: verso la conclusione dell’opera il protagonista si unisce alla sorella, senza sapere chi sia, come poi accadrà anche nella storia di Túrin (sia nella recente versione autonoma, sia in quella raccolta nel Silmarillion o nei volumi della History).
La storia dovrebbe precedere brevemente il sorgere vero e proprio dell’amore tra Tolkien e sua moglie Edith Bratt e, forse, questo elemento è ben visibile nell’amore tra Kullervo e sua sorella, che nasce sostanzialmente come una violenza: mi viene da ipotizzare che in questa fase della sua vita Tolkien fosse ancora acerbo, pronto a descrivere personaggi “malvagi” e privo di certi lirismi romantici che, invece, avrebbero poi caratterizzato i grandi amori delle sue trame (e il suo matrimonio).
Kullervo ha i tratti del “pastore di lupi” della mitologia nordica e la sua figura costituisce sostanzialmente un Ulfhedinn/Berserk, il guerriero invincibile e invasato da Odino, costituendo ancora un antesignano del Beorn de Lo Hobbit.
Indubbiamente è il libro più amaro tra quelli letti del Professore. Kullervo è un anti-eroe: un personaggio rozzo, malvagio, crudele, rabbioso; deforme e brutto persino nell’aspetto (con accenni quasi razzisti). Il male che scatena e compie, con le sue magie, alla fine [segue SPOILER!] finisce per annientare tutti i personaggi della storia, compreso il meraviglioso cane Musti/Mauri, fino al suicidio dello stesso Kullervo. Sono rari i personaggi così oscuri tra gli eroi di Tolkien e, anzi, Kullervo è il primo e unico ad apparire in una versione così pura, ma al contempo sempre in bilico tra l’essere il buono o il malvagio della storia…
La prova letteraria, invece, è molto valida: mai, forse, come in questo testo, Tolkien riscrive l’epica con una forma che richiama, nel sapore, l’epica stessa originale, senza tuttavia rendere il testo eccessivamente pesante (la lettura scorre godibile). La traduzione è buona, contando che il testo a fronte è spesso ricco di arcaismi e parole di derivazione finnica. Nel testo sono presenti elementi di magia (dal sapore persino orientale, come i peli del cane Musti), canzoni/preghiere, figure poetiche rurali (quasi delle kenningar moderne).
Il libro costituisce un nuovo interessante tassello del panorama di questo grande Autore e ne consiglio la lettura sia agli amanti di Tolkien che a quelli dell’epica in generale.
Una piccola nota: attenzione perché, nonostante il libro sia uscito a marzo 2016, immediatamente sono state diffuse due edizioni: prima e seconda ristampa, entrambe del marzo 2016, che circolano allegramente assieme, sparse tra librerie e stores on-line. Se siete collezionisti di prime edizioni, controllate bene la pagina dei crediti e diritti.

H.P. Lovecraft – L’opera completa in Italia
Quanto segue è un’analisi delle principali edizioni esistenti in Italia dell’opera dello scrittore H.P. Lovecraft. Non vengono analizzate tutte le edizioni esistenti o esistite, comunque rintracciabili attraverso numerose fonti e bibliografie (in primis internet e l’apposita bibliografia completa e aggiornata di H.P.L.), ma solo quelle più importanti (e di maggior qualità) o attualmente ancora rintracciabili e acquistabili in librerie o remainders (comunque tutto materiale agilmente procurabile in biblioteche pubbliche, per chi desiderasse leggerlo).
In particolare mi soffermerò, in calce all’articolo, sul confronto tra le due edizioni indubbiamente migliori e più complete, entrambe in un unico volume di dimensioni monumentali e contenente pressoché l’intera opera letteraria dello scrittore: mi riferisco al volume Mondadori e a quello Newton & Compton.
Poiché entrambi i volumi risultano la collazione recente di precedenti edizioni dei medesimi editori che erano suddivise in più volumi, nello specifico confronterò le stesse riportandomi al confronto già all’epoca effettuato sui singoli volumi, così da consentire anche ai collezionisti e ai lettori di vecchia data, di avere un confronto più preciso e distinto con i riferimenti ai singoli libri.
L’edizione Newton & Compton (già in 5 volumi) si presenta come quella maggiore per completezza. L’elenco delle opere seguirà pertanto la struttura portante dell’edizione N&C: accanto ai singoli contenuti dell’edizione N&C, riportati in un elenco completo di titoli italiani, con indicazione dell’anno in cui sono stati scritti originariamente, troverete anche il riferimento al rispettivo contenuto nell’edizione Mondadori (già in 4 libri) ed eventualmente il differente titolo (tra parentesi) ad essi attribuiti in quest’altra edizione.
I quattro volumi Mondadori (M1; M2; M3; M4) sono distinti anche con 4 colori differenti (rispettivamente: rosso, arancio, blu e verde, come il relativo disegno di copertina – N.B. modificato nelle ultime ristampe), per rendere più semplice e rapida la consultazione dello schema.
Occorre precisare che l’edizione N&C contiene, sì, un maggior quantitativo di materiale, suddiviso in aree tematiche, ma in una congerie non molto precisa: accanto al materiale di Lovecraft sono, talvolta, inserite opere di altri autori, che non hanno nulla a che fare con l’opera dello scrittore in senso proprio, senza troppa attenzione o distinzione. La cosa può confondere i lettori che si avvicinino per la prima volta all’opera di Lovecraft. Tuttavia, dal lato opposto, alcune opere importanti, come i celebri sonetti Fungi from Yuggoth, sono presenti solo nell’edizione N&C.
Quanto esclusivamente presente nell’edizione N&C è appositamente scritto in grassetto, affinché risalti maggiormente.
L’edizione Mondadori, invece, segue un rigido e preciso ordine cronologico nel mostrare il materiale, dividendo nettamente anche le opere autonome del solo Lovecraft da quelle scritte in revisione o collaborazione con altri autori ed escludendo materiale di altri scrittori di dubbia attribuzione.
L’edizione Mondadori presenta, dunque, un apparato critico e un commento più approfondito ai singoli racconti, che possono rendere più interessante e completa l’analisi di Lovecraft quale autore, valutando il suo progressivo sviluppo e le sue tendenze, anche con un confronto diretto e specifico agli episodi della sua vita personale.
Del resto l’opera Mondadori – che è notoriamente reputata la migliore anche come traduzione – è stata curata da Giuseppe Lippi, uno dei massimi esperti del fantastico in Italia, su materiale a sua volta selezionato da S.T. Joshi, uno tra i massimi esperti di Lovecraft in tutto il mondo.
L’edizione N&C è, invece, curata da Gianni Pilo e Sebastiano Fusco, responsabili di altre splendide antologie della N&C, da sempre all’avanguardia nel pubblicare raccolte complete e materiali rari della letteratura fantastica, in Italia.
Invero, molto del materiale inedito dell’edizione N&C, non presente nell’edizione Mondadori, è composto solo da frammenti di lettere di Lovecraft: oltre ad essi vi sono, però, anche molti saggi nonché le opere in versi, pressoché assenti nell’edizione Mondadori.
Per quanto riguarda il breve racconto “Storia del Necronomicon”, presente nell’ed. Mondadori (1927 M3) ben identificato come racconto breve, lo stesso è presente anche nell’edizione N&C (Il mito, vol. 1, pagg. 7, 8 e 9), ma inserito, senza soluzione di continuità e in modo un po’ caotico (tanto da passare quasi inosservato), all’interno dell’articolo d’introduzione al volume, La leggenda del «Libro Maledetto», peraltro un piacevole micro-saggio, a firma Pilo/Fusco, contenente altro materiale e frammenti epistolari, che va a ricostruire brevemente la storia del Necronomicon, partendo proprio dal breve passo Lovecraftiano. Il racconto citato, peraltro, lo ritengo uno dei massimi capolavori di Lovecraft, nel quale è descritta minuziosamente la storia del Libro “Necronomicon”, quasi come una completa voce di dizionario. Una storia così precisa da iniziare la leggenda del Necronomicon che, ancora oggi, molti credono esista davvero! Lo stesso racconto, in versione breve (forse bozza o estratto) è presente anche nella lettera del 27 novembre 1927 di H.P.L. a C.A.S. pubblicata sul secondo vol. delle “Selected Letters” americane; l’epistola è assente nella selezione epistolare Mondadori (v. infra).
Il Commonplace Book, cioè un taccuino di Lovecraft contenente idee e soggetti per future storie, insieme ad appunti di varia natura, presente in “L’incubo – Tomo II” dell’edizione N&C, è assente dall’edizione Mondadori, semplicemente perché è stato pubblicato separatamente in un volume – di difficile reperibilità – anch’esso caratterizzato da un amplissimo apparato critico: “Diario di un incubo – Taccuini 1919-1935” (Mondadori 1994).
Come accennato, l’edizione N&C contiene anche alcuni saggi di H.P.L., ma si deve indicare l’esistenza di saggi anche nell’edizione Sugarco, precisamente nei due volumi:
“L’orrore soprannaturale nella letteratura” e “in Difesa di Dagon e altri saggi sul fantastico”.
In quest’ultimo volume, invero, sono presenti alcuni saggi esclusi dall’edizione N&C, cioè:
IN DIFESA DI DAGON
SU “EBONY AND CRYSTAL” DI CLARK ASHTON SMITH
RICORDO DI HENRY ST. CLAIR WITHEHEAD
OSSERVAZIONI SULLA NARRATIVA FANTASTICA
I ROMANZI FANTASTICI DI WILLIAM HOPE HODGSON
L’ORRORE SOPRANNATURALE NELLA LETTERATURA
Quest’ultimo saggio citato è un riassunto del più ampio saggio omonimo, ma da esso distinto.
Nel seguito di questa pagina, alla conclusione dell’analisi dell’opera N&C, è riassunto anche il piano dell’opera Mondadori, per semplicità di consultazione: comunque, queste due edizioni (N&c e Mondadori) sono le migliori in assoluto e le uniche in grado di contendersi il primato tra loro, per completezza e ricchezza, almeno tra quelle al momento in distribuzione.
Infine, una precisazione: tra il 2016 e il 2017 sono usciti due altri volumi Mondadori di simil-pregio. Si tratta di “Cthulhu I racconti del mito” e “Necronomicon”. Li definisco di simil-pregio perché di fatto si tratta di cartonati (Collana I Draghi) in materiali abbastanza comuni, con bordo pagina tinto rispettivamente in nero e rosso e illustrazioni all’interno, ma che non sono in realtà particolarmente eccelse (la copertina di Cthulhu è molto fumettistica e poco rispettosa del disegno originale di Lovecraft, sulla cui fisionomia oculare mi sono dilungato lungamente nel mio saggio; più gradevole il Necronomicon che imita veri libri antichi, ma siamo lontani dalla bellezza de I Meridiani!). Questi due volumi raccolgono la parte fondamentale dell’opera di Lovecraft, ma non tutto il materiale già presente nei singoli volumi o nel volume omnia: sono, in particolare, totalmente assenti i racconti giovanili e la maggior parte delle collaborazioni. Per maggiori dettagli, invito a visitare la pagina apposita a questo link.
Qualche parola meritano alcuni altri volumi minori, che necessitano menzione per il loro contenuto, in quanto complementare o supplementare rispetto alle raccolte già citate.
Nel 1998, l ‘Agpha Press Editore di Roma ha pubblicato un interessantissimo volume curato da Sebastiano Fusco (e introdotto da De Turris) intitolato “Il vento delle stelle” e contente un vasto quantitativo di opere legate a Lovecraft: accanto a bozzetti, disegni e lettere dello stesso Lovecraft, infatti, sono raccolti brevi racconti, spunti o brani epistolari, anche di altri scrittori precedenti a Lovecraft (e suoi ispiratori) o a lui contemporanei e amici.
Tale volume, di 340 pagine, oltre ai celebri sonetti “Funghi di Yuggoth” (di cui è presente anche il testo in lingua originale), contiene quindi diverso materiale assolutamente INEDITO ed assente in qualsiasi altra edizione, tra cui quasi tutti i sonetti e le opere in versi dello stesso Lovecraft. Accanto a personaggi e situazioni già noti dello scrittore, si possono conoscere nuovi personaggi non compresi nella precedente narrativa, come «i sinistri Pescatori dell’Altrove, ladri di sogni e di illusioni; l’orribile Messaggero che alle tre in punto discende dal cimitero sulla collina; la divina Nathicana, perduta nell’onirico mondo di Zain tra i balsami scarlatti di Yabon che succhiano i pensieri; i gatti che gridano di terrore alla luce della luna, presagendo la fine del mondo…» (dalla quarta di copertina).
Data l’imponente mole di materiale raccolto in questa sorta di antologia, talvolta composto – come detto – di meri frammenti epistolari, ci si limiterà ad elencare solamente gli elementi di maggior rilievo e compiutezza, dando per citati gli altri minori nella descrizione generica del volume appena tracciata. Si indicheranno in grassetto i titoli inediti presenti esclusivamente in tale antologia.
RACCONTI – già presenti tra i frammenti de “L’incubo – Tomo II” N&C e nella raccolta Mondadori
- Il libro maledetto (The book – frammento del 1933? completato da F. Thierney) M4
- Il successore (The descendant – frammento del 1926? completato da F. Thierney) M2
SONETTI – in parte già presenti tra i frammenti de “L’incubo – Tomo II” N&C
- Funghi da Yuggoth (Fungi from Yuggoth – 36 sonetti scritti 1929-1930)
- L’ignoto (The Unknown – 1916)
- La Via Carraia (The Rutted Road – 1917)
- Astrophobos (Astrophobos – 1918)
- Oceano (Oceanus – 1919)
- Nubi (Clouds – 1919)
- Madre Terra (Mother Earth – 1919)
- Disperazione (Despair – 1919)
- Rivelazione (Revelation – 1919)
- La Casa (The House – 1919) [Titolo: “Ricordi” nell’ed. N&C, che presenta una peggiore traduzione]
- La Città (The City – 1919)
- Campane (Bells – 1919)
- Il Lago dell’Incubo (The Nightmare Lake – 1919)
- A un sognatore (To a Dreamer – 1920)
- Hallowe’en in Periferia (Hallowe’en in a Suburb – 1926)
- Natale d’Orrore (Festival – 1926)
- Il Bosco (The Wood – 1929)
- L’Avamposto (The Outpost – 1929)
- Il Messaggero (The Messenger – 1929)
- L’Antica Via (The Ancient Track – 1929)
OPERE IN VERSI – in parte già presenti tra i frammenti de “L’incubo – Tomo II” N&C
- Aletheia Prykodes – La Verità Terrificante (Aletheia Prykodes – 1916)
- Psychopompos (Psychopompos – 1919)
- Nathicana (Nathicana – 1920)
POEMETTI TEUTONICI (inediti)
- L’Epicedio di Regner Lodbrog (Regner Lodbrog’s Epicedium – 1914)
- Canto di Guerra Teutonico (The Teuton’s Battle Song – 1916)
- Il Coscritto (The Conscript – 1918)
LIRICHE (inedite)
- Al Piccolo Sam Perkins (Little Sam Perkins – 1934)
- Sir Thomas Tryout (Sir Thomas Tryout – 1921)
- Et Tu, Oscar (Elegy on a Dead Cat – 28 giugno 1926)
- I Gatti (The Cats – 1925)
- A Pan (To Pan – 1902)
- Nel leggere il Book of Wonder di Lord Dunsany (On reading Lord Dunsany’s Book of Wonder – 1920)
- In un cimitero appartato ove una volta passeggiò Poe (In a Sequester’d Providence Churchward Where Once Poe Walk’d – 1936)
- A Virgin Finlay, in seguito al suo disegno per il racconto di Bloch “Il Dio senza Volto” (To Mr. Finlay, upon His Drawing for Mr. Bloch’s Tale, The Faceless God – 1936)
- A Klarkash-Ton, signore di Averoigne (To Klarkash-Ton, Lord of Averoigne – 1936)
Nel marzo 2012, per Edizioni “Il Cerchio” è uscito anche un bel volume contenente materiale vario – in buona parte inedito – selezionato tra prosa, versi ed epistole di Lovecraft e incentrato su un tema unitario: la sua passione per i gatti. “Il libro dei gatti di H.P. Lovecraft”, è una ristampa, riveduta e ampliata, della precedente edizione omonima del 1996.
In particolare, tralasciando epistole e appendici, nel volume sono compresi il racconto “ I gatti di Ulthar”, frammenti di racconti Randolph Carter e il seguente materiale:
PROSA / SAGGISTICA
- Gatti e cani
- Confessioni di un airulofilo impenitente
POESIE
- Per un gatto
- Sir Thomas Tryout (già in “Il vento delle Stelle”, Agpha Press)
- Tre poesie feline [Tigrottino; Sfinge natalizia e Offerte]
- I Gatti (già in “Il vento delle Stelle”, Agpha Press)
- In memoriam: Oscar Incoul Verelst di Manhattan 1920-1926 (già in “Il vento delle Stelle”, Agpha Press – N.B. Ritengo migliore la traduzione de “Il libro dei gatti”.)
- Inno del K.A.T.
Alcuni sonetti (quasi tutti presenti in altri volumi e cioè in N&C Le storie dell’orrore puro – L’ncubo tomo II e in Da Arkham alle stelle) e poetici stralci di lettere sono recentemente stati pubblicati anche sul n. 8 del 2014 della rivista Antarès e in particolare sono:
ONIRIKON – Stralci onirici epistolari da “The H.P. Lovecraft dream book“:
- Il sogno della Città Ancestrale
- Lo sciame d’oltrespazio
- La casa nella palude
- L’arcano bassorilievo
- Il sogno del castello infernale
POESIE SCELTE
- L’antica via
- La Via Carraia
- Nemesis
- L’avamposto
- Il messaggero
- Acrostico in memoria di Poe
- A Virgil Finlay
In materia Vi invito a visitare l’apposita pagina.
Sulle fronte delle sole epistole, si segnala il volume delle Edizioni Mediterranee, curato dalla mitica coppia Fusco – De Turris, che è appunto un epistolario/antologia di Lovecraft: una raccolta di lettere dello scrittore, collezionata sulla scorta dei numerosi volumi di lettere selezionate esistenti in U.S.A., che permette di conoscere meglio il punto di vista del solitario di Providence sul mondo, la storia, la vita, al di là dei mondi d’incubo della sua fantasia. Significativo il titolo: “H.P.LOVECRAFT – L’orrore della realtà”.
Fuori catalogo da anni,vale la pena citare anche il volume Mondadori: “H.P.Lovecraft, Lettere dall’altrove – Epistolario 1915 – 1937”, che contiene una selezione dalla produzione epistolare pubblicata in America.
Per chi, poi, volesse approfondire la conoscenza delle epistole di Lovecraft, si suggerisce l’edizione americana (Ed. Arkham House) appunto delle “Selected Letters” (Lettere scelte), contenente un’ampia raccolta epistolare di H.P. Lovecraft, dal 1911 al 1937, in 5 volumi, arricchiti da illustrazioni e foto in b/n:
- I: 1911-1924,
- II: 1925-1929,
- III: 1929-1931,
- IV: 1932-1934,
- V: 1934-1937.
SAGGISTICA SU LOVECRAFT
Sul fronte della saggistica, invece, si segnala la splendida rivista “Studi Lovecraftiani”, curata dal bravissimo Pietro Guarriello e ispirata alla similare rivista americana “Lovecraft Studies”: i volumi contengono saggi dedicati a H.P. Lovecraft, oltre a materiale legato alla sua produzione e, talvolta, brevi estratti inediti di suoi articoli o opere letterarie.
Mi permetto di segnalare in particolare il volume 12-bis che contiene interamente il mio saggio “L’arte grafica di H.P. Lovecraft”: il volume, unico e sostanzialmente primo nel suo genere a livello mondiale, contiene un’analisi dei numerosi disegni che Lovecraft ha realizzato nel corso della sua vita, arricchita dalla presenza di un cospicuo numero di illustrazioni.
Fondamentale risulta essere il numero 13 della rivista Studi Lovecraftini, in cui è stato pubblicato uno stralcio di lettera che costituisce sostanzialmente la sinossi, in forma di consiglio narrativo a un amico, di un racconto inedito di H.P.L.: “Il Pozzo degli Antichi”. Quasi un racconto inedito di per sé, in questo volume è stato tradotto per la prima volta in Italiano (e mai stampato professionalmente neppure negli Stati Uniti), e vi cui compare un nuovo dio alieno e tentacolare: il Guardiano del Pozzo, definito “fratello del Grande Cthulhu”.
Pregevole è anche “Il bestiario di Lovecraft” illustrato di Adriano Monti Buzzetti.
Da segnalare anche la raccolta di saggi a cura di Michele Tetro: “H.P. Lovecraft: Sculptus in Tenebris. Saggi e iconografia lovecraftiana” (Ed. Nuova Metropolis, 2001).
LOVECRAFT & DERLETH:
Una collaborazione postuma
Alcuni anni fa, inoltre, la Fanucci editore raccolse in due splendidi volumi rilegati tutta la dubbia produzione letteraria di Lovecraft in “collaborazione” con August Derleth. Parlo di “dubbia collaborazione” perché il rapporto che avrebbe unito Lovecraft e Derleth in questa opera a quattro mani è incerto: Derleth, che ha l’indiscusso merito di aver contribuito alla diffusione e alla notorietà delle opere di H.P. dopo la sua morte, nondimeno sfruttò l’ombra dell’amico per farsi pubblicità nella sua scia. Infatti, la maggior parte dei racconti che Derleth avrebbe composto con H.P.L. in realtà sono sostanzialmente sue produzioni proprie, il cui rapporto con Lovecraft, al di là del pantheon di riferimento, si limiterebbe all’aver sviluppato semplici idee o suggestioni dell’amico, magari tratte da lettere o dal taccuino (Commonplace book) di H.P.. Sono pertanto molti i detrattori di Derleth, fra i critici, che ripudiano il materiale di sua produzione e lo censurano come apocrifo. Nondimeno, l’opera di Derleth è molto apprezzata, come parte della produzione Lovecraftiana, e tutt’oggi Derleth resta il più prolifico tra gli epigoni e successori di Lovecraft. Del resto, Lovecraft continua ad avere successori, che ampliano e arricchiscono le storie del suo mondo e dei suoi cicli narrativi: una linea continua che, da contemporanei del maestro a loro volta tra i maggiori scrittori dell’epoca (come R.E. Howard e C.A. Smith), passando per autori del calibro di Robert Bloch e Frank Belknap Long, arriva ai nostri giorni, in cui autori inizialmente sconosciuti o ancora non celebri, finiscono per diventare astri della letteratura moderna (come Neil Gaiman, Kaoru Kurimoto e, in primis, Stephen King).
Ebbene i due volumi in questione, “Il guardiano della soglia” (contenente solo l’omonimo romanzo) e “La lampada di Alhazred” (contente gli altri racconti brevi) raccolgono tutta la produzione in “collaborazione” di Lovecraft e Derleth, con l’aggiunta di saggistica italiana, e nel dettaglio:
Il guardiano della soglia (The Lurker at the Threshold – 1945)
L’ultimo degli Charriere (The survivor – 1954)
Il giorno di Wentworth (Wentworth’s Day – 1957)
L’eredità di Peabody (The Peabody Heritage– 1957)
La finestra della mansarda (The gable window – 1957)
L’antenato (The ancestor – 1957)
L’ombra venuta dallo spazio (The shadow out of space – 1957)
La lampada di Alhazred (The lamp of Alhazred – 1957)
La stanza sbarrata (The shattered room – 1959)
Il pescatore di Falcon Point (The fisherman of Falcon Point – 1959)
La valle delle streghe (Witches’ Hollow – 1962)
L’ombra nella soffitta (The Shadow in the Attic – 1964)
I Fratelli delle Tenebre (The Dark Brotherhood – 1966)
Providence: due gentiluomini si incontrano a mezzanotte (poesia di Derleth con immaginario dialogo tra H.P.L. e E.A. Poe)
L’orrore della campata centrale (The Horror from the Middle Span – 1967)
L’argilla di Innsmouth (Innsmouth clay – 1971)
Coloro che osservano dal tempo (The Watchers out of Time – 1974)
I SUCCESSORI DI LOVECRAFT
Esistono, poi, volumi legati all’universo di Lovecraft, per lo più antologie di materiale di autori che sono stati ispirazione o epigoni di H.P. Lovecraft.
Ci si limita a segnalarne e indicarne quattro, perché quelli di maggiore validità:
I Miti di Cthulhu (Ed. Fanucci)
Horror I (Ed. Sugar – la sola ed. italiana de “L’orrore dalle Colline” di F.Belknap Long)
I Miti di Lovecraft (ed. Urania Epix – Mondadori)
Da Arkham alle stelle (Ed. Bottero) – con anche racconti di Neil Gaiman e illustrazioni.
BIOGRAFIE SU H.P.L.
Per chi volesse conoscere meglio la vita di H.P. Lovecraft, si segnalano alcuni volumi biografici.
Il primo è lo splendido volume “Vita privata di H.P. Lovecraft”, di Reverdito editore, che contiene articoli scritti da familiari e amici dell’autore stesso, accompagnati da foto e riproduzioni di materiale originale.
Stralci di epistole e racconti, corredati da uno splendido apparato grafico e da fotografie dell’epoca, sono altresì presenti nel volume “Lovecraft Le parole, le immagini“, collana Istantanee della Mondadori, fuori catalogo.
L’editore “Profondo Rosso” ha pubblicato anche “Lovecraft e le ombre”, altra biografia scritta dallo scrittore – e amico personale di H.P.L. – Frank Belknap Long.
Più recente e moderna è invece “H.P. Lovecraft Contro il mondo contro la vita”, biografia scritta dall’Autore contemporaneo Michel Houellebecq,con postfazione di Stephen King (Ed. Bompiani).
IL NECRONOMICON
L’analisi dell’Opera di H.P.Lovecraft non sarebbe completa senza qualche parola sul Necronomicon, presunto libro di magia nera citato più volte dall’Autore e dai suoi successori.
Chiariamo subito: il Necronomicon NON ESISTE. Si tratta di un libro immaginario e inventato (c.d. pseudobiblia).
Per sapere i dettagli, si consiglia lo splendido saggio di Sebastiano Fusco “Storia del Necronomicon”.
Un’ultima osservazione importante: la Fanucci editore ha pubblicato i tre volumi “Necronomicon”, “Necronomicon 2 – La tomba di Alhazred” e “Il testo di R’Lyeh”: presunta raccolta di testi di negromanzia cui Lovecraft si sarebbe ispirato, indicati apparentemente come opera dello stesso Lovecraft, questi volumi sono ispirati alle storie di Lovecraft, ma non hanno nulla a che vedere con l’opera dello scrittore. Recentemente i volumi sono stati ristampati come volumi a cura di Sergio Basile (già “curatore”/Autore delle precedenti edizioni), con altri titoli e formati, ma ricalcano sostanzialmente la precedente versione.
BIBLIOGRAFIA:
CONFRONTO TRA EDIZIONI N&C E MONDADORI
Edizione Newton & Compton
Le storie dell’orrore puro – L’incubo Tomo I – Racconti
La tomba – 1917 M1
La transazione di Juan Romero – 1919 M1 (La scomparsa di Juan Romero)
Il Vecchio Terribile – 1920 M1 (Il Terribile Vecchio)
L’albero – 1920 M1
Il tempio – 1920 M1
Le vicende riguardanti lo scomparso Arthur Jermyn e la sua famiglia – 1920 M1 (La verità sul defunto Arthur Jermyn e la sua famiglia)
Da altrove – 1920 M1 (Dall’altrove)
L’immagine nella casa – 1920 M1 (Un’illustrazione e una vecchia casa)
La palude della luna – 1921 M1
L’estraneo – 1921 M1
La musica di Erich Zann – 1921 M1
Herbert West, rianimatore – 1921-1922 M1
La paura in agguato – 1922 M1
L’orrore di Martin’s Beach – 1922 M1 con la moglie, Sonia Green
I ratti nei muri – 1923 M2 (I topi nel muro)
Alle quattro del mattino 1923 con la moglie, Sonia Green
Il divoratore di spettri – 1923 M2 con C.M.Eddy jr.
I cari estinti – 1923 M2 con C.M.Eddy jr.
Cieco, sordo e muto – 1924 M2 con C.M.Eddy jr.
Sotto le piramidi – 1924 M2 per conto di Harry Houdini
La casa evitata – 1924 M2 ( La Casa sfuggita)
L’orrore di Red Hook – 1925 M2 (Orrore a Red Hook)
Lui – 1925 M2 (L’incontro notturno)
Nella cripta – 1925 M2
Aria fredda – 1926 M2
Due bottiglie nere – 1926 M2 con Wilfred Blanch Talman
Il modello di Pickman – 1926 M2
La strana casa nella nebbia – 1926 M2 (La casa misteriosa lassù nella nebbia)
L’ultimo esperimento di Clarendon – 1927 M3 con Adolphe De Castro (L’ultimo esperimento)
Il boia elettrico – 1929 M3 con Adolphe De Castro
Le storie dell’orrore puro – L’incubo Tomo II – Racconti
La morte alata – 1933 M4 con Hazel Heald
Sfida dall’infinito – 1935 M4 round-robin-story di Catherine L.Moore, Abraham Merrit, H.P. Lovecraft, Robert E. Howard, Frank Belknap Long (Sfida dall’ignoto)
L’albero sulla collina – 1934 M4 con Duane W. Rimel
L’orrore nel cimitero – 1933/1935 M4 con Hazel Heald (L’orrore nel camposanto)
Finché tutti i mari… – 1935 M4 con R.H. Barlow
L’esumazione – 1935 M4 con Duane W. Rimel
L’oceano della notte – 1936 M4 con R.H. Barlow (L’oceano di notte)
Le storie dell’orrore puro – L’incubo Tomo II – Miscellanea
Collaborazioni
Ceneri – 1923 M2 con C.M.Eddy jr.
I servi di Satana – 1935 di Robert Bloch
Il Loto Nero – 1934 di Robert Bloch
Il Cervello Rosso – 1924-1925 di Donald Wandrei
Il terrore dei rampicanti – 1934 di Howard Wandrei
Qualcosa dall’alto – 1929 di Donald Wandrei
Il lupo mannaro di Ponkert – 1924 di Harold Warner Munn; parte di “Tales of Warewolf Clan”
L’orrore di Salem – 1936 di Henry Kuttner
Il combattimento che concluse il secolo – 1934 M4 con R.H. Barlow (Il “match” di fine secolo)
Storie umoristiche, grottesche e occasionali
Un ricordo del Dottor Samuel Johnson – 1917 M4 (racconto giovanile) (Rimembranze del Dr. Samuel Johnson)
Sacco di Pulci – 1919 M1 (Ex barone)
Ibid – 1928? M3
Dolce Ermengarde – ? M4 (racconto giovanile) (La dolce Ermengarda, ovvero: Il cuore di una ragazza di campagna)
Frammenti incompiuti
Azathoth – 1922 M1
Il successore – 1926? M2 (La discesa) [The descendant]
Il libro – 1933 M4
La torre circolare – 1934
La magione di Edward Orne – ?
Il sopravvissuto – 1934?
Universi in sfacelo – 1935 M4 con R.H. Barlow (Universi che si scontrano)
Racconti giovanili
La fiaschetta di vetro – 1897 M1 (racconto giovanile) (La bottiglia di vetro)
La caverna segreta – 1898 M1 (racconto giovanile) (La caverna segreta, o l’avventura di John Lee)
Il mistero del cimitero – 1898 M1 (racconto giovanile) (Il mistero del camposanto, o la vendetta del morto)
La nave misteriosa – 1902 M1 (racconto giovanile)
La bestia nella caverna – 1905 M1 (racconto giovanile) (L’essere nella caverna)
L’alchimista – 1908 M1 (racconto giovanile)
Racconti in versi
Psychopompos – 1919
Funghi da Yuggoth – 1929-1930
L’Avamposto – 1929?
L’Antico sentiero – 1929?
Ricordi – ?
Oceano – ?
Fantasmi – ?
Il lago dell’incubo – 1919?
La città – 1919?
Ognissanti in periferia – ?
A un sognatore – ?
Madreterra – 1919
Le campane – 1919?
Il messaggero – ?
Disperazione – 1919
Providence – 1923?
Microstorie
Il Commonplace Book – 1938? (Pubblicato da Mondadori in un vol. unico e indipendente, oggi fuori commercio: “Diario di un incubo”)
Il sogno – Parte prima: Il mondo al di là del muro
Polaris – 1917 M1 (La stella polare)
Il Prato Verde – 1918-1919 M1 con Winifred V. Jackson
Oltre le mura del sonno – 1919 M1 (Oltre il muro del sonno)
Il ricordo – 1919 M1 (Memoria)
La Nave Bianca – 1919 M1
Il fato che colpì Sarnath – 1919 M1 (La rovina di Sarnath)
I gatti di Ulthar – 1920 M1
La Strada – 1920 M1
La poesia e gli Dei – 1920 M1 con Anna Helen Crofts
Celephaїs – 1920 M1
Nyarlathotep – 1920 M1
Il caos strisciante – 1920-1921 M1 con Winifred V. Jackson (La visione del caos)
Ex oblivione – 1920-1921 M1
La ricerca di Iranon – 1921 M1
Gli Altri Dei – 1921 M1
Hypnos – 1922 M1
Quel che porta la luna – 1922 M1 (Sui raggi di luna)
La creatura illuminata dalla luna – 1927
La razza antichissima – 1927 M3 (L’antica gente dei monti)
Il sacerdote malvagio – 1933 M4 (Il prete malvagio)
Il sogno – Parte seconda: La saga di Randolph Carter
La deposizione di Randolph Carter – 1919 M1 (La dichiarazione di Randolph Carter)
L’innominabile – 1923 M2 (Innominabile)
La chiave d’argento – 1926 M2
La ricerca onirica dello Sconosciuto Kadath – 1926- 1927 M2 (Alla ricerca del misterioso Kadath)
Attraverso i cancelli della chiave d’argento – 1932-1933 M4 con E. Hoffmann Price (Attraverso le porte della Chiave d’Argento)
Il sogno – Parte terza: Sogni e fantasie
Sogni (Frammenti di lettere di varia datazione)
Magri Notturni
La città dorata
Due braccia sinistre
Duecent’anni di attesa
Il cavaliere inesistente
L’orrore dal cielo
Dall’abisso del tempo – N.B. Racconto diverso dall’omonimo in M4 con Hazel Heald
La “cosa” sul tetto
Fratellanza oscura
Bivio nel tempo
L’insetto nel cervello
La Città dei Gatti Neri
Fantasie (Frammenti di lettere di varia datazione)
Vampirismo
L’altra Providence
La città dalle memorie pre-cosmiche
Indietro nel tempo
Mondi dispersi
La creatura del Loch
Orrore in biblioteca
L’“Eidolon” senza nome
Dal sogno al racconto (Frammenti di lettere di varia datazione)
La voce dall’abisso
Il Figlio del Caos
Incontro nella brughiera
Il Popolo Oscuro
Il sogno – Parte quarta: Saggi
Saggi sulla visione del mondo
Alle radici – 1918
Tempo e spazio – 1918
Merlino redivivo – 1918
L’Americanismo – 1918
Idealismo e materialismo: una riflessione – 1919
Il materialista oggi – 1919
Alcune cause di autoimmolazione. I motivi per cui gli esseri umani si sottomettono volontariamente a situazioni spiacevoli – ?
Tradizione e modernismo: il senso comune dell’arte – 1935
Saggi sul Fantastico
Lord Dunsany e la sua opera – 1922 (anche nel volume “In difesa di Dagon” Ed. Sugarco)
Alcune osservazioni sulla narrativa interplanetaria – 1934 (anche nel volume “In difesa di Dagon” Ed. Sugarco, “Sulla fantascienza”)
Qualche passo nel mondo delle fate – 1934 (anche nel volume “In difesa di Dagon” Ed. Sugarco, “Sulle fate”)
Scrivere un racconto – 1935 È una lettera
I racconti del soprannaturale: fasi e procedimenti di scrittura – 1933 (anche nel volume “In difesa di Dagon” Ed. Sugarco, “Note su come scrivere racconti fantastici”)
In memoria di Robert Erwin Howard – 1936 (anche nel volume “In difesa di Dagon” Ed. Sugarco)
Le storie del Ciclo di Cthulhu – Il mito Tomo I – Romanzi e racconti
Storia del Necronomicon – 1927 M3 (N.B. pagg. 7, 8 e 9 dell’introduzione al volume: La leggenda del «Libro Maledetto»)
Dagon – 1917 M1
La città senza nome – 1921 M1
Il cane – 1922 M1 (Il segugio)
Il festival – 1923 M2 (La ricorrenza)
Il richiamo di Cthulhu – 1926 M2
Il caso di Charles Dexter Ward – 1927 M3
Il colore venuto dallo spazio – 1927 M3
L’Orrore di Dunwich – 1928 M3
La maledizione di Yig – 1928 M3 con Zealia Brown Bishop
Il tumulo – 1929- 1930 M3 con Zealia Brown Bishop (K’n-yan) [The Mound]
Colui che sussurrava nelle tenebre – 1930 M3
L’ombra su Innsmouth – 1931 M4 (La maschera di Innsmouth)
Le storie del Ciclo di Cthulhu – Il mito Tomo II – Romanzi e racconti
Le Montagne della Follia – 1931 M4
Medusa – 1929 M3 con Zealia Brown Bishop (L’abbraccio di Medusa)
I sogni nella casa stregata – 1932 M4 (La casa delle streghe)
L’uomo di pietra – 1932 M4 con Hazel Heald
La cosa sulla soglia – 1933 M4
L’orrore nel museo – 1932 M4 con Hazel Heald
Dai millenni – 1933 M4 con Hazel Heald (Dall’abisso del tempo)
L’ombra venuta dal tempo – 1935 M4 (L’ombra calata dal tempo)
Il diario di Alonzo Typer – 1935 M4 con William Lumley
L’abitatore del buio – 1935 M4
Le storie del Ciclo di Cthulhu – Il mito Tomo II – Miscellanea
Tra le mura di Eryx – 1936 M4 con Kenneth Sterling (Nel labirinto di Eryx)
La trappola – 1931 M4 con Henry S. Whitehead
Le storie del Ciclo di Cthulhu – Il mito Tomo II – Saggi
L’orrore soprannaturale nella letteratura – 1927 (anche in volume autonomo Ed. Sugarco)
Edizione Oscar Mondadori
Tutti i racconti, Vol. I – 1897-1922
La tomba – 1917
Dagon – 1917
La stella polare – 1917
Oltre il muro del sonno – 1919
Memoria – 1919
Ex barone – 1919
La scomparsa di Juan Romero – 1919
La Nave Bianca – 1919
La rovina di Sarnath – 1919
La dichiarazione di Randolph Carter – 1919
Il Terribile Vecchio – 1920
L’albero – 1920
I gatti di Ulthar – 1920
Il tempio – 1920
La verità sul defunto Arthur Jermyn e la sua famiglia – 1920
La Strada – 1920
Celephaїs – 1920
Dall’altrove – 1920
Nyarlathotep – 1920
Un’illustrazione e una vecchia casa – 1920
Ex Oblivione – 1920-1921
La città senza nome – 1921
La ricerca di Iranon – 1921
La palude della luna – 1921
L’estraneo – 1921
Gli altri dei – 1921
La musica di Erich Zann – 1921
Herbert West, rianimatore – 1921-1922
Hypnos – 1922
Sui raggi di luna – 1922
Azathoth – 1922
Il segugio – 1922
La paura in agguato – 1922
La bottiglia di vetro – 1897 (racconto giovanile)
La caverna segreta, o l’avventura di John Lee – 1898 (racconto giovanile)
Il mistero del camposanto, o la vendetta del morto – 1898 (racconto giovanile)
La nave misteriosa – 1902 (racconto giovanile)
L’essere nella caverna – 1905 (racconto giovanile)
L’alchimista – 1908 (racconto giovanile)
Il Prato verde – 1918-1919 con Winifred V. Jackson
La poesia e gli dei – 1920 con Anna Helen Crofts
La visione del caos – 1920-1921 con Winifred V. Jackson
L’orrore di Martin’s Beach – 1922 con la moglie, Sonia Green
Tutti i racconti, Vol. II – 1923-1926
I topi nel muro – 1923
Innominabile – 1923
La ricorrenza – 1923
La Casa sfuggita – 1924
Orrore a Red Hook – 1925
L’incontro notturno – 1925
Nella cripta – 1925
La discesa – 1926?
Aria fredda – 1926
Il richiamo di Cthulhu – 1926
Il modello di Pickman – 1926
La chiave d’argento – 1926
La casa misteriosa lassù nella nebbia – 1926
Alla ricerca del misterioso Kadath – 1926-1927
Ceneri – 1923 con C.M.Eddy jr.
Il divoratore di spettri – 1923 con C.M.Eddy jr.
I cari estinti – 1923 con C.M.Eddy jr.
Cieco, sordo e muto – 1924 con C.M.Eddy jr.
Sotto le Piramidi – 1924 per conto di Harry Houdini
Due bottiglie nere – 1926 con Wilfred Blanch Talman
Tutti i racconti, Vol. III – 1927-1930
Il caso di Charles Dexter Ward – 1927
Il colore venuto dallo spazio – 1927
L’antica gente dei monti – 1927
Storia del Necronomicon – 1927
Ibid – 1928?
L’orrore di Dunwich – 1928
Colui che sussurrava nelle tenebre – 1930
L’ultimo esperimento – 1927 con Adolphe De Castro
La maledizione di Yig – 1928 con Zealia Brown Bishop
Il boia elettrico – 1929 con Adolphe De Castro
K’n-yan – 1929-1930 con Zealia Brown Bishop [The Mound]
L’abbraccio di Medusa – 1929 con Zealia Brown Bishop
Tutti i racconti, Vol. IV – 1931-1936
Le Montagne della Follia – 1931
La maschera di Innsmouth – 1931
La casa delle streghe – 1932
La cosa sulla soglia – 1933
Il prete malvagio – 1933
Il libro – 1933
L’ombra calata dal tempo – 1935
L’abitatore del buio – 1935
La trappola – 1931 con Henry S. Whitehead
L’uomo di pietra – 1932 con Hazel Heald
L’orrore nel museo – 1932 con Hazel Heald
Attraverso le porte della Chiave d’Argento – 1932-1933 con E. Hoffmann Price
La morte alata – 1933 con Hazel Heald
Dall’abisso del tempo – 1933 con Hazel Heald
L’orrore nel camposanto – 1933/1935 con Hazel Heald
L’albero sulla collina – 1934 con Duane W. Rimel
Il “match” di fine secolo – 1934 con R.H. Barlow
“Finché tutti i mari…” – 1935 con R.H. Barlow
L’esumazione – 1935 con Duane W. Rimel
Universi che si scontrano – 1935 con R.H. Barlow
Il diario di Alonzo Typer – 1935 con William Lumley
Nel labirinto di Eryx – 1936 con Kenneth Sterling
L’oceano di notte – 1936 con R.H. Barlow
Rimembranze del Dr. Samuel Johnson – 1917 (racconto giovanile)
La dolce Ermengarda, ovvero: Il cuore di una ragazza di campagna – ? (racconto giovanile)
Sfida dall’ignoto – 1935 round-robin-story di Catherine L.Moore, Abraham Merrit, H.P. Lovecraft, Robert E. Howard, Frank Belknap Long