Ramsey Campbell – L’ultima rivelazione di Gla’aki – Recensione
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L’ultima rivelazione di Gla’aki è un ottimo romanzo weird/horror che non può mancare nella biblioteca degli amanti del genere e degli appassionati dei c.d. Miti di Cthulhu di ispirazione e genesi Lovecraftiana.

Il romanzo segue la ricerca dei volumi che compongono “L’ultima rivelazione di Gla’aki”, pseudobiblium immaginario (simile ai noti Necronomicon o De vermis mysteriis a cui si ispira)  da parte di un bibliotecario. Il protagonista è una persona comune, ben caratterizzata, in cui l’immedesimazione da parte del lettore è totale e coinvolgente. Ci troviamo a vivere nei suoi panni allucinanti giorni, quasi ipnotici e onirici, in un paesino marittimo che richiama profondamente la Innsmouth di Lovecraft, sia nella descrizione, che nel clima e nella “fauna”.

Il romanzo è ricco di dettagli che lasciano presagire l’orrore che si cela dietro la realtà, che il lettore bene coglie, come piccoli sassolini lasciati a indicare la strada, beffardamente incompresi (o incomprensibili) al protagonista, per cui il senso di raccapriccio e alienazione trasmesso al lettore ne risulta amplificato. Tutto conduce al climax finale, dove l’orrore cosmico, di stampo lovecraftiano, si rivela in maniera netta e chiara, presentando un ennesimo Grande Antico, Gla’aki, che va a rimpinguarne l’elenco accanto a Cthulhu & Co.

Forse – unica critica – troppo frettoloso e tenero il finale, in cui ci troviamo lontani dal senso di follia e terrore a cui altri autori ci hanno abituato in simili contesti narrativi: Campbell è quasi dolce e paterno nel suo rapportarci a Gla’aki, lasciandoci quasi desiderare di incappare proprio in lui, se dovessimo scegliere fra i Grandi Antichi, piuttosto che in altri e più terribili suoi pari…

Il volume è corredato da due preziose appendici saggistiche a cura degli impeccabili Danilo Arrigoni e Walter Catalano, che ci introducono Campbell, la sua narrativa, la sua storia e la sua produzione (di cui troviamo anche una preziosa bibliografia italiana completa).

Libro consigliatissimo!

Dal sito di Edizioni Hypnos:

L’ultima rivelazione di Gla’aki

di Ramsey Campbell
(The Last Revelation of Gla’aki, 2013)

“La rarità vittoriana più famosa potrà pure essere un francobollo – il Penny Black –, ma è decisamente comune rispetto al libro più raro dell’epoca. È probabile che in tutto il mondo non sia rimasta neppure una copia de Le Rivelazioni di Gla’aki. […] Da allora nessuna copia è venuta alla luce, e la copia in possesso della Brichester University si trovò tra i volumi distrutti da uno studente alla fine del secolo scorso. Il libro più malefico, o una perdita per la letteratura sull’occultismo? Come il contenuto della biblioteca di Alessandria, Le Rivelazioni di Gla’aki potrebbe essere ormai leggenda.”

Glaaki : Grande Antico abitante in un lago nella valle di Severn nei pressi di Brichester, in Inghilterra. Ha l’aspetto di una gigantesca lumaca ricoperta di aculei metallici che, nonostante il loro aspetto, sono in realtà crescite organiche. Glaaki può anche estrudere tentacoli con gli occhi situati sulle punte, che gli permettono di guardare da sotto l’acqua. Si ritiene che sia venuto sulla Terra imprigionato all’interno di una meteora. Quando il meteorite si è schiantato al suolo, Glaaki è stato liberato, e l’impatto ha creato il lago dove ora risiede.

Nato a Liverpool nel 1946, Ramsey Campbell è il più importante autore horror inglese contemporaneo. Esordisce nei primi anni ’60 con racconti di stampo lovecraftiano, pubblicando nel 1964 con la Arkham House la sua prima raccolta The Inhabitant of the Lake and Less Welcome Tenants. Del 1976 è il romanzo La bambola che divorò sua madre, che lo consacrò nel mondo dell’horror. Ha all’attivo oltre trenta romanzi tra cui i più famosi La faccia che deve morire (1979), La setta (1981, da cui nel 1999 è stato tratto il film Nameless. Entità nascosta, diretto da Jaume Balaguero), Sogni neri (1983), Luna affamata (1986), e Antiche immagini (1989). L’ultima rivelazione di Gla’aki (2013) segna il suo ritorno alla mitologia lovecraftiana.

Campbell è l’autore inglese di genere che ha vinto il maggior numero di riconoscimenti: cinque World Fantasy, tredici British Fantasy, tre Bram Stoker, quattro International Horror Guild.

Storie del Necronomicon – Max Gobbo – Recensione
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Voglio consigliare a tutti la lettura del libro di Max Gobbo, Storie del Necronomicon (ed. Tabula fati), che già dalla splendida copertina di Vincenzo Bosica (che si conferma uno dei migliori grafici contemporanei!) si presenta più che invitante.

Il volume è sostanzialmente strutturato come un’antologia di racconti – sulla scia dei maestri pulp che hanno dato vita al genere sulle riviste americane degli anni ’20 e ’30 – facilmente godibili se letti singolarmente, ma in realtà spesso legati da un sottile fil rouge che li lega fra loro.

Il libro è soprattutto un pastiche lovecraftiano, come evidente già dal titolo che richiama subito il famoso pseudobiblium inventato da Lovecraft, ma in molti tratti è parimenti debitore al grande maestro del heroic fantasy Robert E. Howard, sapientemente fuso con l’universo dell’altro grande autore citato. Così, accanto a storie in pieno stile lovecraftiano, troviamo racconti che presentano ambientazioni più fantastiche e addirittura personaggi, come il guerriero Kmer, che sembrano proprio usciti dalla penna di Howard, mentre lo stesso scirttore texano diventa personaggio di alcuni intrecci, in cui realtà e finzione si mescolano sapientemente.

Il libro gioca infatti anche con il mistero e con la realtà, confondendo le carte e portando a domandarsi se le grandi scoperte e inchieste giornalistiche di Jack Shepard esistano davvero (come ce lo si domanda del personaggio), così come da sempre tanti si chiedono se il Necronimicon esista… Forse il testo maledetto è stato anche in possesso di Lovecraft e Howard, come sembra rivelarci questo libro?

Insomma, il volume non può che piacere agli amanti del Solitario di Providence e del mondo che è sorto dalla sua narrativa.

Una nota sullo stile dell’Autore, che richiama esattamente il modello degli autori succitati di pulp, sembrando per certi versi magicamente uscito proprio dalle riviste dell’epoca, come se i racconti fossero degli inediti dei grandi maestri, miracolosamente risorti, piuttosto che l’opera di un nuovo e talentuoso autore. Il testo è scorrevole e si legge con piacere e facile comprensione: Gobbo sembra scrivere in maniera fin troppo semplice, con periodi brevi e taglienti, che non affaticano. Eppure, è sorprendente soffermarsi e notare come lo stile, contrariamente alle apparenze, sia frutto di grande maestria, perché quella linearità è il risultato della scelta perfetta di vocaboli che calcano precisamente il significato che l’autore vuole trasmettere, così che parrebbe impossibile sostituirli con altre parole. Ecco che la “semplicità apparente” si rivela così una grande dote, che porta più di una volta a complimentarsi per la capacità di utilizzare le specifiche parole usate da Gobbo e rendere così nitidamente e rapidamente il senso perfetto che vuole trasmettere.

storie del necronomicon COP new

Dalla quarta di copertina:

Chi commissionò al pittore Ben Yokhai nel 1893 il misterioso dipinto che nel corso del tempo s’è guadagnato una fama fra le più sinistre?
Qual è il contenuto innominabile del diario rinvenuto accanto al corpo senza vita dello scrittore Robert Ervin Howard nel giugno del 1936?
E infine, cosa ha scoperto di tanto spaventoso il giornalista americano Jack Shepherd?
Queste e altre domande troveranno risposta nelle pagine di questo libro che, partendo dal ritrovamento del più aborrito dei distici, narra degli abominevoli segreti che si celano oltre le nebbie impenetrabili dello spazio e del tempo che da sempre avvolgono il “Libro dei morti”.
Ma occorre usare cautela, poiché vi sono saperi proibiti che è bene ignorare, e rivelazioni sconvolgenti che l’intelletto potrebbe non sopportare.

maxgobbo

L’Autore:

 Max Gobbo alias Massimiliano Gobbo (1967), insegnante, nel tempo libero si dedica alla scrittura. Tra i suoi interessi principali figurano la narrativa dell’immaginario, la letteratura e il cinema.
È autore di diversi romanzi e di racconti fantastici come Garibaldi e i mostri meccanici e la Maschera nera, che rileggono in chiave “retrofuturista” la storia d’Italia. Nel 2010 esordisce con Protocollo Genesi edito da Aracne editrice presentato al XXIII Salone internazionale del libro di Torino.
Nel 2012 è finalista a Giallolatino col suo racconto La palude dei caimani.
Nel 2013 ha presentato al festival internazionale di fantascienza, Sticcon di Bellaria il suo Capitan Acciaio supereroe d’Italia edito da Psiche e Aurora editore, con prefazione di Gianfranco de Turris.
Maggio 2014, sulla prestigiosa rivista “Robot” (Delos Books) appare il suo racconto a tema steampunk, L’incontro di Teano.
Luglio 2014, sulle pagine di “IF – Insolito e Fantastico” rivista edita da Solfanelli compare il suo Aeronavi Italiche.
Il 2015 vedrà l’uscita d’un suo nuovo romanzo L’Occhio di Krishna per Bietti Editore.
Attualmente collabora con diverse riviste: “Skan Amazing Magazine”, “Politicamente.net”, “Letteratura Horror”, e col quotidiano on line “Barbadillo”. È curatore della sezione narrativa per la rivista “Antarès”.

Studi Lovecraftiani 14
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È finalmente uscito il nuovo numero di Studi Lovecraftiani, che contiene anche un mio intervento sullo spettacolo teatrale, tenuto a Bologna, dal titolo “L’orrore non si lascia leggere” di Marcello Bonini​ e Roberta Stella Martelli​.

Studi Lovecraftiani #14, Dagon Press, Estate 2016. Copertina di Matteo Bocci.

Acquistabile dallo store Lulu della Dagon Press: http://www.lulu.com/shop/dagon-press/studi-lovecraftiani-14/paperback/product-22758065.html

Il numero 14 di SL si presenta ricco come sempre di saggi e articoli sul mondo dello scrittore di Providence. In questa uscita è inclusa una vera primizia: “Il Sortilegio di Aphlar”, una revisione di Lovecraft di un racconto di Duane W. Rimel rimasto inedito in Italia e tradotto qui per la prima volta. I saggi riguardano Lovecraft e l’orrore cosmico, August Derleth (editore e corrispondente di Lovecraft), i simbolismi del racconto “Celephais”, L’inconscio collettivo nell’opera di HPL, Lovecraft a teatro, ecc. ecc.

Studi Lovecraftiani #14, Dagon Press, Summer 2016.Cover art by Matteo Bocci. Just published the issue #14 of Studi Lovecraftiani, the Italian journal of Lovecraftian studies founded by Pietro Guarriello in 2005. It contains the first Italian translation of “The Sorcery of Aphlar” by Duane W. Rimel, and essays about Lovecraft’s cosmic horror; August Derleth; symbolism in ““Celephais”; the collective unconscious in the works of Lovecraft; Lovecraft and the theatre, and more.

studi lovecraft 14

Sherlock Holmes & il Necronomicon
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È appena uscito il secondo volume (di 2) del fumetto “Sherlock Holmes & il Necronomicon”, edito da Now Comics (etichetta 001 edizioni), con testi di Cordurié e disegni di Krstic’-Laci: un pastiche che miscela il detective di Doyle con le atmosfere di Lovecraft.

Proprio in questo secondo volume è contenuto un estratto del mio saggio “L’arte grafica di H.P. Lovecraft” edito da Dagon Press.

Una succosa occasione per leggere un buon fumetto e stuzzicare la curiosità per la lettura del mio saggio.

L’idolo di Cthulhu – Statue
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Ph’nglui mglw’nafh Cthulhu R’lyeh wgah’nagl fhtagn.

“Nella sua casa a R’lyeh il morto Cthulhu attende sognando.”

Come forse molti di Voi sapranno, sono particolarmente appassionato dello scrittore Lovecraft e del mondo fanta-horror da lui creato. “Howard Phillips Lovecraft (Providence20 agosto 1890 – Providence15 marzo 1937) è stato uno scrittore statunitense del fantastico. Non molto apprezzato dai critici del suo tempo – che lo ritenevano troppo innovativo – non godette mai di buona fama se non dopo la sua morte. È oggi riconosciuto fra i maggiori scrittori di letteratura horror insieme ad Edgar Allan Poe, ed è considerato da molti uno dei precursori della fantascienza angloamericana.” [http://it.wikipedia.org/wiki/Howard_Phillips_Lovecraft].

Uno dei racconti più celebri di Lovecraft è “Il richiamo di Cthulhu” (The call of Cthulhu): talmente conosciuto e amato da essere diventato un po’ il simbolo dell’intera produzione letteraria dello scrittore statunitense (un po’ come Topolino per Disney).

La prima e più semplice descrizione di Cthulhu è così fornita da Lovecraft:

   “Non sarò infedele allo spirito dell’icona se dico che la mia immaginazione, a volte un po’ bizzarra, se la raffigurava contemporaneamente come una piovra, un drago e una caricatura umana. Una testa molle e tentacolata sormontava un corpo grottesco, scaglioso, con ali rudimentali; ma era l’aspetto complessivo che lo rendeva orribile. Alle spalle della figura s’intravvedeva una struttura ciclopica.”

Cthulhu fa parte di una progenie di demoni ancestrali ed extraterrestri che ha governato il mondo secoli prima dell’uomo e – un giorno – tornerà per regnare: questa è l’idea di fondo che caratterizza l’intera produzione letteraria di Lovecraft, e che si basa sulla figura de “i Grandi Antichi che erano vissuti molto prima della comparsa dell’uomo, e che erano giunti su questo giovane mondo dal cielo. Ora i Grandi Antichi erano scomparsi nel profondo della terra e sotto i mari, ma i loro cadaveri avevano rivelato ai primi uomini, in sogno, i segreti che bisognava conoscere. Da allora il culto non si era estinto.” Infatti, molti “avevano ammesso di farne parte, aggiungendo che esso era sempre esistito e avrebbe continuato a esistere nei deserti e nelle zone oscure del mondo, fino al giorno in cui il gran sacerdote Cthulhu, sorto dalla sua casa nell’immensa città sommersa di R’lyeh, avrebbe riconquistato la terra al suo potere. E quel giorno, quando le stelle fossero state pronte, egli avrebbe chiamato e i suoi adoratori lo avrebbero liberato. (…) Una cosa era certa: l’umanità non era la sola forma di vita dotata di coscienza su questa terra. Dal buio sorgevano Forme che visitavano i fedeli, e che tuttavia non erano quelle dei Grandi Antichi, perché nessun uomo li aveva mai visti.”

Si tratta di “una tradizione a confronto della quale le speculazioni dei teosofi impallidivano, e nel cui ambito l’uomo e il suo mondo sembravano cose effimere e apparse sulla scena solo di recente. Per interminabili ere altre Creature avevano dominato la terra, edificando possenti città. I Loro segni (…) si potevano ancora vedere nei megaliti che sorgevano sulle isole del Pacifico. Gli Antichi erano morti milioni d’anni prima che nascesse l’uomo, ma c’erano arti che li avrebbero resuscitati quando le stelle fossero tornate nella giusta posizione lungo il ciclo dell’eternità. Essi erano venuti dalle stelle, portando le Proprie immagini con Sé. I Grandi Antichi (…) non erano composti di carne e sangue. Avevano sì una forma corporea (…), ma non si trattava di una forma materiale. Quando le stelle assumevano la giusta posizione Essi potevano calarsi da un mondo all’altro del firmamento, ma quando la configurazione non era propizia Essi non potevano vivere. Sebbene fossero scomparsi da ère incalcolabili, non erano veramente morti: giacevano tutti in case di pietra nella vasta città di R’lyeh, e gli incantesimi del grande Cthulhu li conservavano per il giorno della gloriosa resurrezione, quando le stelle e la terra sarebbero state pronte di nuovo. Arrivato quel momento ci sarebbe voluta una forza esterna per liberare i Loro corpi, giacché l’incantesimo che Li conservava intatti impediva Loro di fare la prima mossa: dovevano limitarsi a giacere nel buio, svegli, mentre passavano milioni d’anni. Pensavano e sapevano tutto ciò che accadeva nell’universo, perché la Loro forma di comunicazione era la telepatia e anche ora parlavano nelle rispettive tombe. Quando, dopo infinite ère di caos, i primi uomini avevano fatto la loro comparsa sulla scena, i Grandi Antichi avevano comunicato con i più sensibili influenzandone i sogni. Solo così il Loro linguaggio poteva raggiungere le menti di carne dei mammiferi.”

I “primi adepti avevano fondato il culto intorno ai piccoli idoli esibiti dagli Antichi: idoli che provenivano da oscure regioni dello spazio e da stelle nere. Il culto non sarebbe scomparso finché gli astri non avessero occupato la giusta posizione, dopodiché i criptosacerdoti avrebbero sottratto il grande Cthulhu alla tomba ed Egli avrebbe risvegliato i Suoi sudditi e ripreso il dominio della terra. Sarebbe stato facile riconoscere quel tempo, poiché per allora l’umanità si sarebbe comportata come i Grandi Antichi: libera e senza freni, al di là del bene e del male, con leggi e morale gettate da parte, avrebbe passato il suo tempo a bestemmiare, uccidere e ad abbandonarsi al piacere. I Grandi Antichi, liberati, avrebbero insegnato all’uomo nuove bestemmie, nuovi modi di uccidere e di provare piacere, e tutta la terra sarebbe bruciata in un olocausto di estasi e di licenza. In attesa di quel giorno, e mediante una serie di riti appropriati, la setta doveva mantener vivo il ricordo degli antichi metodi e profetizzare il loro ritorno. Nei tempi dei tempi individui scelti avevano parlato, in sogno, con i Grandi Antichi nelle loro tombe: poi la grande città di R’lyeh si era inabissata con i suoi monoliti e i suoi sepolcri di pietra, e le acque, dense del mistero primordiale attraverso cui nemmeno il pensiero può filtrare, avevano impedito quella forma di comunicazione soprannaturale. Ma il ricordo non era scomparso e i sacerdoti dicevano che la città sarebbe riemersa quando le stelle avessero ripreso la vecchia configurazione. Nel frattempo erano dilagati dal profondo gli spiriti immondi della terra, corrotti e avvolti dall’ombra, carichi di notizie orribili raccolte nelle cavità dimenticate sotto il fondo del mare.”

 Un personaggio del racconto, l’Ispettore Legrasse, rinviene una statuetta di Cthulhu, da Lovecraft stesso definita coma “forgiata su altri mondi”: la statuetta è dettagliatamente descritta dall’Autore e, a sua volta, ci fornisce la più ampia raffigurazione del mostro Cthulhu.

 Il brano in questione è il seguente, che propongo – per la sua importanza – sia in lingua originale che in traduzione:

Inspector Legrasse was scarcely prepared for the sensation which his offering created. One sight of the thing had been enough to throw the assembled men of science into a state of tense excitement, and they lost no time in crowding around him to gaze at the diminutive figure whose utter strangeness and air of genuinely abysmal antiquity hinted so potently at unopened and archaic vistas. No recognised school of sculpture had animated this terrible object, yet centuries and even thousands of years seemed recorded in its dim and greenish surface of unplaceable stone. The figure, which was finally passed slowly from man to man for close and careful study, was between seven and eight inches in height, and of exquisitely artistic workmanship. It represented a monster of vaguely anthropoid outline, but with an octopus-like head whose face was a mass of feelers, a scaly, rubbery-looking body, prodigious claws on hind and fore feet, and long, narrow wings behind. This thing, which seemed instinct with a fearsome and unnatural malignancy, was of a somewhat bloated corpulence, and squatted evilly on a rectangular block or pedestal covered with undecipherable characters. The tips of the wings touched the back edge of the block, the seat occupied the centre, whilst the long, curved claws of the doubled-up, crouching hind legs gripped the front edge and extended a quarter of the way down toward the bottom of the pedestal. The cephalopod head was bent forward, so that the ends of the facial feelers brushed the backs of huge fore paws which clasped the croucher’s elevated knees. The aspect of the whole was abnormally life-like, and the more subtly fearful because its source was so totally unknown. Its vast, awesome, and incalculable age was unmistakable; yet not one link did it shew with any known type of art belonging to civilisation’s youth – or indeed to any other time. Totally separate and apart, its very material was a mystery; for the soapy, greenish-black stone with its golden or iridescent flecks and striations resembled nothing familiar to geology or mineralogy. The characters along the base were equally baffling; and no member present, despite a representation of half the world’s expert learning in this field, could form the least notion of even their remotest linguistic kinship. They, like the subject and material, belonged to something horribly remote and distinct from mankind as we know it. something frightfully suggestive of old and unhallowed cycles of life in which our world and our conceptions have no part.

“L’ispettore Legrasse non era preparato alla sensazione che la statuetta aveva provocato tra gli studiosi: ma era bastato il vederla perché l’assemblea piombasse in uno stato di anormale eccitazione e il poliziotto si trovasse letteralmente circondato da chi voleva osservarla meglio. Era così bizzarra, così abissalmente antica che suggeriva visioni arcaiche e portentose; non era frutto di nessuna scuola di scultura conosciuta, ma rimaneva la terribile testimonianza dei secoli, dei millenni trascorsi sulla superficie verdastra di pietra misteriosa. Gli scienziati si erano passata la statuetta di mano in mano: alta fra i quindici e i venti centimetri, era realizzata con una tecnica squisita e rappresentava un mostro dalla forma vagamente antropomorfa, ma con una testa di piovra il cui volto era costituito da una massa di tentacoli sensori. Il corpo era scaglioso e flaccido, le zampe anteriori e posteriori culminavano in artigli sorprendenti, dalla schiena spuntavano due ali lunghe e strette. La creatura, che sembrava imbevuta di una malvagità innaturale, era gonfia e corpulenta, e stava sinistramente acquattata su un blocco o piedestallo rettangolare coperto di caratteri indecifrabili. L’estremità delle ali toccava l’orlo posteriore del piedestallo, la schiena occupava il centro mentre gli artigli lunghi e curvi delle zampe anteriori si tenevano aggrappate al bordo del piedistallo, sporgendo per un quarto dalla base. La testa cefalopode era piegata in avanti, in modo che le estremità dei sensori facciali sfiorassero il retro delle zampe, quasi all’altezza delle ginocchia. L’aspetto complessivo era anormalmente vivo e tanto più spaventoso in quanto non si sapeva nulla della sua origine. L’età della statuetta era incalcolabile, ma certo enorme e tale da incutere un senso di timore reverenziale; non c’era un solo indizio che permettesse di accostarla a una qualsiasi forma d’arte degli albori della civiltà o di altre epoche. Separata da tutto e diversa da tutto, era lavorata in un materiale che a sua volta costituiva un mistero: pietra verde quasi nera, lucida e scivolosa, con venature d’oro; un enigma per la mineralogia. I caratteri alla base erano ugualmente misteriosi: nessun membro del convegno riuscì a farsi la minima idea sulla famiglia linguistica degli ideogrammi, anche se fra i presenti vi erano alcune delle massime autorità mondiali. Proprio come la statua e il materiale di cui era fatta, i simboli appartenevano a un’epoca incredibilmente remota e che non aveva nulla a che fare con la storia dell’umanità; un’èra che faceva pensare a esecrabili forme di vita, a esseri con cui il nostro mondo e le nostre idee non hanno nulla in comune.”

N.B. Tutti i brani della pagina sono tratti dall’Ed. Mondadori, a cura di G. Lippi.

 Di questo idolo, infine, Lovecraft ha lasciato alcuni schizzi di suo pugno, che ne abbozzano le fattezze (ve li propongo qua sotto), aggiungendo un dettaglio nuovo: la presenza di tre occhi, anziché uno, sul profilo.

                                        Fig. 24- Cthulhu by HPL         Fig. 25 - Cthulhu 2

 Ed eccoci giunti al punto della questione: negli anni, come detto, Cthulhu è diventato un’icona della letteratura fanta-horror e della produzione di Lovecraft ed ha ispirato moltissimi artisti a descriverlo e rappresentarlo.

 Molti si sono dedicati anche alla maniacale riproduzione della statuetta/idolo appena descritta: su internet è persino possibile acquistare tali riproduzioni.

 Ma quale scegliere fra le tante? L’idea di questa pagina è, appunto, indicare quali siano le migliori e permettere a chi, come me, apprezza Lovecraft, di potersi divertire nell’osservare le bizzarre idee che i vari artisti hanno prodotto e – perché no? – magari di comprare una propria replica…

 La prima in assoluto, ritengo possa essere quella dell’artista Joe Broers: inutile osservare che è la riproduzione esatta del disegno di Lovecraft! La trovate al sito: http://lovecraftzine.com/store/lovecrafts-cthulhu-statue/  Se poi vi piace l’artista, potete visitare la sua galleria al sito: http://zombiequadrille.deviantart.com/

lovecraft__s_cthulhu_by_zombiequadrille

 Una versione molto simile, sempre realizzata sulla base del bozzetto originale di Lovecraft, è realizzata da un’artista italiana (bolognese come me): la bravissima Roberta Stella Martelli.

Ancora, un italiano, il bravissimo Andrea Bonazzi, con il suo splendido sito: http://web.tiscalinet.it/sculptus/

 Successivamente mi permetto di suggerire le opere dell’artista C.J. Cummings, al sito: http://www.raginggaijin.com/art.html Oppure al sito http://minipainting-guild.net/Reports/CJs_Cthulhu.html

                                    321_Cthulhuv2RightWeb          321_CthulhuPatinaFinalRightWeb

 Fra le versioni più famose e ricercate vi sono poi quella di Stephen Hickman (http://www.stephenhickman.com/)…

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 …E quella di Harold Arthur McNeill (http://www.arkham-studios.com/catalog/cthulhustatue.html).

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 Poi, un altro artista americano, che si sbizzarrisce in multiformi versioni di Cthulhu e spesso vende le opere su e-bay, lo trovate al sito: http://www.meatspider.com/MainMeat/scuptgallery001.htm

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 A relativo buon mercato si può trovare la statua di Richard Allen Poppe, in vendita sul sito http://www.arkhambazaar.com/, tuttavia priva di ali!

                        Cthulhu_Idol1_op_800x603    Cthulhu_Idol_3

 Bei colori presentano le statue del sito monotematico http://www.cthulhustatues.com/main.html, tuttavia meno nitide delle altre.

                                                 cthulhu58     cthulhu54

 Molto famose – sebbene non di mio gusto – sono quelle inserite dalla H. P. Lovecraft Historical Society nel proprio film muto ispirato al racconto, e rintracciabili sul sito http://www.cthulhulives.org/toc.html. Un esempio:

                                                 alertv2    legrasseV2-front

 Infine, potete rintracciare altre versioni della statua, di cui ognuno propone una variante. Molte sono ovviamente di artisti dilettanti e che non vendono la loro produzione (anche per ovvi motivi).

 A titolo paradigmatico, Vi propongo le versioni più affascinanti (le prime due tratte dal sito http://www.yog-sothoth.com/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=10153, mentre la terza dal sito http://www.miskatonic.net/cthulhu/idol2.htm, dove ne potete visionare anche altre):

 In conclusione, ecco il tentativo – mal riuscito – che io stesso ho provato a realizzare e che, purtroppo, si è persino rotto (acquisendo, però, un fascino da antica reliquia che poche riproduzioni hanno):

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 For the images: © of the owners.

H.P. Lovecraft – L’opera completa in Italia
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Quanto segue è un’analisi delle principali edizioni esistenti in Italia dell’opera dello scrittore H.P. Lovecraft. Non vengono analizzate tutte le edizioni esistenti o esistite, comunque rintracciabili attraverso numerose fonti e bibliografie (in primis internet e l’apposita bibliografia completa e aggiornata di H.P.L.), ma solo quelle più importanti (e di maggior qualità) o attualmente ancora rintracciabili e acquistabili in librerie o remainders (comunque tutto materiale agilmente procurabile in biblioteche pubbliche, per chi desiderasse leggerlo).

In particolare mi soffermerò, in calce all’articolo, sul confronto tra le due edizioni indubbiamente migliori e più complete, entrambe in un unico volume di dimensioni monumentali e contenente pressoché l’intera opera letteraria dello scrittore: mi riferisco al volume Mondadori e a quello Newton & Compton.

                                           9788852060212-tutti-i-racconti     Lovecr34

Poiché entrambi i volumi risultano la collazione recente di precedenti edizioni dei medesimi editori che erano suddivise in più volumi, nello specifico confronterò le stesse riportandomi al confronto già all’epoca effettuato sui singoli volumi, così da consentire anche ai collezionisti e ai lettori di vecchia data, di avere un confronto più preciso e distinto con i riferimenti ai singoli libri.

L’edizione Newton & Compton (già in 5 volumi) si presenta come quella maggiore per completezza. L’elenco delle opere seguirà pertanto la struttura portante dell’edizione N&C: accanto ai singoli contenuti dell’edizione N&C, riportati in un elenco completo di titoli italiani, con indicazione dell’anno in cui sono stati scritti originariamente, troverete anche il riferimento al rispettivo contenuto nell’edizione Mondadori (già in 4 libri) ed eventualmente il differente titolo (tra parentesi) ad essi attribuiti in quest’altra edizione.

I quattro volumi Mondadori (M1; M2; M3; M4) sono distinti anche con 4 colori differenti (rispettivamente: rosso, arancio, blu e verde, come il relativo disegno di copertina – N.B. modificato nelle ultime ristampe), per rendere più semplice e rapida la consultazione dello schema.

Occorre precisare che l’edizione N&C contiene, sì, un maggior quantitativo di materiale, suddiviso in aree tematiche, ma in una congerie non molto precisa: accanto al materiale di Lovecraft sono, talvolta, inserite opere di altri autori, che non hanno nulla a che fare con l’opera dello scrittore in senso proprio, senza troppa attenzione o distinzione. La cosa può confondere i lettori che si avvicinino per la prima volta all’opera di Lovecraft. Tuttavia, dal lato opposto, alcune opere importanti, come i celebri sonetti Fungi from Yuggoth, sono presenti solo nell’edizione N&C.

Quanto esclusivamente presente nell’edizione N&C è appositamente scritto in grassetto, affinché risalti maggiormente.

L’edizione Mondadori, invece, segue un rigido e preciso ordine cronologico nel mostrare il materiale, dividendo nettamente anche le opere autonome del solo Lovecraft da quelle scritte in revisione o collaborazione con altri autori ed escludendo materiale di altri scrittori di dubbia attribuzione.

L’edizione Mondadori presenta, dunque, un apparato critico e un commento più approfondito ai singoli racconti, che possono rendere più interessante e completa l’analisi di Lovecraft quale autore, valutando il suo progressivo sviluppo e le sue tendenze, anche con un confronto diretto e specifico agli episodi della sua vita personale.

Del resto l’opera Mondadori – che è notoriamente reputata la migliore anche come traduzione – è stata curata da Giuseppe Lippi, uno dei massimi esperti del fantastico in Italia, su materiale a sua volta selezionato da S.T. Joshi, uno tra i massimi esperti di Lovecraft in tutto il mondo.

L’edizione N&C è, invece, curata da Gianni Pilo e Sebastiano Fusco, responsabili di altre splendide antologie della N&C, da sempre all’avanguardia nel pubblicare raccolte complete e materiali rari della letteratura fantastica, in Italia.

Invero, molto del materiale inedito dell’edizione N&C, non presente nell’edizione Mondadori, è composto solo da frammenti di lettere di Lovecraft: oltre ad essi vi sono, però, anche molti saggi nonché le opere in versi, pressoché assenti nell’edizione Mondadori.

Per quanto riguarda il breve racconto “Storia del Necronomicon”, presente nell’ed. Mondadori (1927 M3) ben identificato come racconto breve, lo stesso è presente anche nell’edizione N&C (Il mito, vol. 1, pagg. 7, 8 e 9), ma inserito, senza soluzione di continuità e in modo un po’ caotico (tanto da passare quasi inosservato), all’interno dell’articolo d’introduzione al volume, La leggenda del «Libro Maledetto», peraltro un piacevole micro-saggio, a firma Pilo/Fusco, contenente altro materiale e frammenti epistolari, che va a ricostruire brevemente la storia del Necronomicon, partendo proprio dal breve passo Lovecraftiano. Il racconto citato, peraltro, lo ritengo uno dei massimi capolavori di Lovecraft, nel quale è descritta minuziosamente la storia del Libro “Necronomicon”, quasi come una completa voce di dizionario. Una storia così precisa da iniziare la leggenda del Necronomicon che, ancora oggi, molti credono esista davvero! Lo stesso racconto, in versione breve (forse bozza o estratto) è presente anche nella lettera del 27 novembre 1927 di H.P.L. a C.A.S. pubblicata sul secondo vol. delle “Selected Letters” americane; l’epistola è assente nella selezione epistolare Mondadori (v. infra).

Il Commonplace Book, cioè un taccuino di Lovecraft contenente idee e soggetti per future storie, insieme ad appunti di varia natura, presente in “L’incubo – Tomo II” dell’edizione N&C, è assente dall’edizione Mondadori, semplicemente perché è stato pubblicato separatamente in un volume – di difficile reperibilità – anch’esso caratterizzato da un amplissimo apparato critico: “Diario di un incubo – Taccuini 1919-1935” (Mondadori 1994).

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Come accennato, l’edizione N&C contiene anche alcuni saggi di H.P.L., ma si deve  indicare l’esistenza di saggi anche nell’edizione Sugarco, precisamente nei due volumi:

“L’orrore soprannaturale nella letteratura” e “in Difesa di Dagon e altri saggi sul fantastico”.

In quest’ultimo volume, invero, sono presenti alcuni saggi esclusi dall’edizione N&C, cioè:

IN DIFESA DI DAGON

SU “EBONY AND CRYSTAL” DI CLARK ASHTON SMITH

RICORDO DI HENRY ST. CLAIR WITHEHEAD

OSSERVAZIONI SULLA NARRATIVA FANTASTICA

I ROMANZI FANTASTICI DI WILLIAM HOPE HODGSON

L’ORRORE SOPRANNATURALE NELLA LETTERATURA

Quest’ultimo saggio citato è un riassunto del più ampio saggio omonimo, ma da esso distinto.

Nel seguito di questa pagina, alla conclusione dell’analisi dell’opera N&C, è riassunto anche il piano dell’opera Mondadori, per semplicità di consultazione: comunque, queste due edizioni (N&c e Mondadori) sono le migliori in assoluto e le uniche in grado di contendersi il primato tra loro, per completezza e ricchezza, almeno tra quelle al momento in distribuzione.

Infine, una precisazione: tra il 2016 e il 2017 sono usciti due altri volumi Mondadori di simil-pregio. Si tratta di “Cthulhu I racconti del mito” e “Necronomicon”. Li definisco di simil-pregio perché di fatto si tratta di cartonati (Collana I Draghi) in materiali abbastanza comuni, con bordo pagina tinto rispettivamente in nero e rosso e illustrazioni all’interno, ma che non sono in realtà particolarmente eccelse (la copertina di Cthulhu è molto fumettistica e poco rispettosa del disegno originale di Lovecraft, sulla cui fisionomia oculare mi sono dilungato lungamente nel mio saggio; più gradevole il Necronomicon che imita veri libri antichi, ma siamo lontani dalla bellezza de I Meridiani!). Questi due volumi raccolgono la parte fondamentale dell’opera di Lovecraft, ma non tutto il materiale già presente nei singoli volumi o nel volume omnia: sono, in particolare, totalmente assenti i racconti giovanili e la maggior parte delle collaborazioni. Per maggiori dettagli, invito a visitare la pagina apposita a questo link.

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Qualche parola meritano alcuni altri volumi minori, che necessitano menzione per il loro contenuto, in quanto complementare o supplementare rispetto alle raccolte già citate.

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Nel 1998, l ‘Agpha Press Editore di Roma ha pubblicato un interessantissimo volume curato da Sebastiano Fusco (e introdotto da De Turris) intitolato “Il vento delle stelle” e contente un vasto quantitativo di opere legate a Lovecraft: accanto a bozzetti, disegni e lettere dello stesso Lovecraft, infatti, sono raccolti brevi racconti, spunti o brani epistolari, anche di altri scrittori precedenti a Lovecraft (e suoi ispiratori) o a lui contemporanei e amici.

Tale volume, di 340 pagine, oltre ai celebri sonetti “Funghi di Yuggoth” (di cui è presente anche il testo in lingua originale), contiene quindi diverso materiale assolutamente INEDITO ed assente in qualsiasi altra edizione, tra cui quasi tutti i sonetti e le opere in versi dello stesso Lovecraft. Accanto a personaggi e situazioni già noti dello scrittore, si possono conoscere nuovi personaggi non compresi nella precedente narrativa, come «i sinistri Pescatori dell’Altrove, ladri di sogni e di illusioni; l’orribile Messaggero che alle tre in punto discende dal cimitero sulla collina; la divina Nathicana, perduta nell’onirico mondo di Zain tra i balsami scarlatti di Yabon che succhiano i pensieri; i gatti che gridano di terrore alla luce della luna, presagendo la fine del mondo…» (dalla quarta di copertina).

Data l’imponente mole di materiale raccolto in questa sorta di antologia, talvolta composto – come detto – di meri frammenti epistolari, ci si limiterà ad elencare solamente gli elementi di maggior rilievo e compiutezza, dando per citati gli altri minori nella descrizione generica del volume appena tracciata. Si indicheranno in grassetto i titoli inediti presenti esclusivamente in tale antologia.

RACCONTI – già presenti tra i frammenti de “L’incubo – Tomo II” N&C e nella raccolta Mondadori

  • Il libro maledetto (The book – frammento del 1933? completato da F. Thierney) M4
  • Il successore (The descendant – frammento del 1926? completato da F. Thierney) M2

SONETTI – in parte già presenti tra i frammenti de “L’incubo – Tomo II” N&C

  • Funghi da Yuggoth (Fungi from Yuggoth – 36 sonetti scritti 1929-1930)
  • L’ignoto (The Unknown – 1916)
  • La Via Carraia (The Rutted Road – 1917)
  • Astrophobos (Astrophobos – 1918)
  • Oceano (Oceanus – 1919)
  • Nubi (Clouds – 1919)
  • Madre Terra (Mother Earth – 1919)
  • Disperazione (Despair – 1919)
  • Rivelazione (Revelation – 1919)
  • La Casa (The House – 1919) [Titolo: “Ricordi” nell’ed. N&C, che presenta una peggiore traduzione]
  • La Città (The City – 1919)
  • Campane (Bells – 1919)
  • Il Lago dell’Incubo (The Nightmare Lake – 1919)
  • A un sognatore (To a Dreamer – 1920)
  • Hallowe’en in Periferia (Hallowe’en in a Suburb – 1926)
  • Natale d’Orrore (Festival – 1926)
  • Il Bosco (The Wood – 1929)
  • L’Avamposto (The Outpost – 1929)
  • Il Messaggero (The Messenger – 1929)
  • L’Antica Via (The Ancient Track – 1929)

OPERE IN VERSI – in parte già presenti tra i frammenti de “L’incubo – Tomo II” N&C

  • Aletheia Prykodes – La Verità Terrificante (Aletheia Prykodes – 1916)
  • Psychopompos (Psychopompos – 1919)
  • Nathicana (Nathicana – 1920)

POEMETTI TEUTONICI (inediti)

  • L’Epicedio di Regner Lodbrog (Regner Lodbrog’s Epicedium – 1914)
  • Canto di Guerra Teutonico (The Teuton’s Battle Song – 1916)
  • Il Coscritto (The Conscript – 1918)

LIRICHE (inedite)

  • Al Piccolo Sam Perkins (Little Sam Perkins – 1934)
  • Sir Thomas Tryout (Sir Thomas Tryout – 1921)
  • Et Tu, Oscar (Elegy on a Dead Cat – 28 giugno 1926)
  • I Gatti (The Cats – 1925)
  • A Pan (To Pan – 1902)
  • Nel leggere il Book of Wonder di Lord Dunsany (On reading Lord Dunsany’s Book of Wonder – 1920)
  • In un cimitero appartato ove una volta passeggiò Poe (In a Sequester’d Providence Churchward Where Once Poe Walk’d – 1936)
  • A Virgin Finlay, in seguito al suo disegno per il racconto di Bloch “Il Dio senza Volto” (To Mr. Finlay, upon His Drawing for Mr. Bloch’s Tale, The Faceless God – 1936)
  • A Klarkash-Ton, signore di Averoigne (To Klarkash-Ton, Lord of Averoigne  – 1936)

Nel marzo 2012, per Edizioni “Il Cerchio” è uscito anche un bel volume contenente materiale vario – in buona parte inedito – selezionato tra prosa, versi ed epistole di Lovecraft e incentrato su un tema unitario: la sua passione per i gatti. “Il libro dei gatti di H.P. Lovecraft”, è una ristampa, riveduta e ampliata, della precedente edizione omonima del 1996.

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In particolare, tralasciando epistole e appendici, nel volume sono compresi il racconto “ I gatti di Ulthar”, frammenti di racconti Randolph Carter e il seguente materiale:

PROSA / SAGGISTICA

  • Gatti e cani
  • Confessioni di un airulofilo impenitente

POESIE

  • Per un gatto
  • Sir Thomas Tryout (già in “Il vento delle Stelle”, Agpha Press)
  • Tre poesie feline [Tigrottino; Sfinge natalizia e Offerte]
  • I Gatti (già in “Il vento delle Stelle”, Agpha Press)
  • In memoriam: Oscar Incoul Verelst di Manhattan 1920-1926 (già in “Il vento delle Stelle”, Agpha Press – N.B. Ritengo migliore la traduzione de “Il libro dei gatti”.)
  • Inno del K.A.T.

Alcuni sonetti (quasi tutti presenti in altri volumi e cioè in N&C Le storie dell’orrore puro – L’ncubo tomo II e in Da Arkham alle stelle) e poetici stralci di lettere sono recentemente stati pubblicati anche sul n. 8  del 2014 della rivista Antarès e in particolare sono:

ONIRIKON – Stralci onirici epistolari da “The H.P. Lovecraft dream book“:

  • Il sogno della Città Ancestrale
  • Lo sciame d’oltrespazio
  • La casa nella palude
  • L’arcano bassorilievo
  • Il sogno del castello infernale

POESIE SCELTE

  • L’antica via
  • La Via Carraia
  • Nemesis
  • L’avamposto
  • Il messaggero
  • Acrostico in memoria di Poe
  • A Virgil Finlay

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EPISTOLARI

In materia Vi invito a visitare l’apposita pagina.

Sulle fronte delle sole epistole, si segnala il volume delle Edizioni Mediterranee, curato dalla mitica coppia Fusco – De Turris, che è appunto un epistolario/antologia di Lovecraft: una raccolta di lettere dello scrittore, collezionata sulla scorta dei numerosi volumi di lettere selezionate esistenti in U.S.A., che permette di conoscere meglio il punto di vista del solitario di Providence sul mondo, la storia, la vita, al di là dei mondi d’incubo della sua fantasia. Significativo il titolo: “H.P.LOVECRAFT – L’orrore della realtà”.

Fuori catalogo da anni,vale la pena citare anche il volume Mondadori: “H.P.Lovecraft, Lettere dall’altrove – Epistolario 1915 – 1937”, che contiene una selezione dalla produzione epistolare pubblicata in America.

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Per chi, poi, volesse approfondire la conoscenza delle epistole di Lovecraft, si suggerisce l’edizione americana (Ed. Arkham House) appunto delle “Selected Letters” (Lettere scelte), contenente un’ampia raccolta epistolare di H.P. Lovecraft, dal 1911 al 1937, in 5 volumi, arricchiti da illustrazioni e foto in b/n:

  • I: 1911-1924,
  • II: 1925-1929,
  • III: 1929-1931,
  • IV: 1932-1934,
  • V: 1934-1937.

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SAGGISTICA SU LOVECRAFT

Sul fronte della saggistica, invece, si segnala la splendida rivista “Studi Lovecraftiani”, curata dal bravissimo Pietro Guarriello e ispirata alla similare rivista americana “Lovecraft Studies”: i volumi contengono saggi dedicati a H.P. Lovecraft, oltre a materiale legato alla sua produzione e, talvolta, brevi estratti inediti di suoi articoli o opere letterarie.

Mi permetto di segnalare in particolare il volume 12-bis che contiene interamente il mio saggio “L’arte grafica di H.P. Lovecraft”: il volume, unico e sostanzialmente primo nel suo genere a livello mondiale, contiene un’analisi dei numerosi disegni che Lovecraft ha realizzato nel corso della sua vita, arricchita dalla presenza di un cospicuo numero di illustrazioni.

Fondamentale risulta essere il numero 13 della rivista Studi Lovecraftini, in cui è stato pubblicato uno stralcio di lettera che costituisce sostanzialmente la sinossi, in forma di consiglio narrativo  a un amico, di un racconto inedito di H.P.L.: “Il Pozzo degli Antichi”. Quasi un racconto inedito di per sé, in questo volume è stato tradotto per la prima volta in Italiano (e mai stampato professionalmente neppure negli Stati Uniti), e vi cui compare un nuovo dio alieno e tentacolare: il Guardiano del Pozzo, definito “fratello del Grande Cthulhu”.

Pregevole è anche “Il bestiario di Lovecraft” illustrato di Adriano Monti Buzzetti.

Da segnalare anche la raccolta di saggi a cura di Michele Tetro: “H.P. Lovecraft: Sculptus in Tenebris. Saggi e iconografia lovecraftiana” (Ed. Nuova Metropolis, 2001).

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LOVECRAFT & DERLETH:

Una collaborazione postuma

Alcuni anni fa, inoltre, la Fanucci editore raccolse in due splendidi volumi rilegati tutta la dubbia produzione letteraria di Lovecraft in “collaborazione” con August Derleth. Parlo di “dubbia collaborazione” perché il rapporto che avrebbe unito Lovecraft e Derleth in questa opera a quattro mani è incerto: Derleth, che ha l’indiscusso merito di aver contribuito alla diffusione e alla notorietà delle opere di H.P. dopo la sua morte, nondimeno sfruttò l’ombra dell’amico per farsi pubblicità nella sua scia. Infatti, la maggior parte dei racconti che Derleth avrebbe composto con H.P.L. in realtà sono sostanzialmente sue produzioni proprie, il cui rapporto con Lovecraft, al di là del pantheon di riferimento, si limiterebbe all’aver sviluppato semplici idee o suggestioni dell’amico, magari tratte da lettere o dal taccuino (Commonplace book) di H.P.. Sono pertanto molti i detrattori di Derleth, fra i critici, che ripudiano il materiale di sua produzione e lo censurano come apocrifo. Nondimeno, l’opera di Derleth è molto apprezzata, come parte della produzione Lovecraftiana, e tutt’oggi Derleth resta il più prolifico tra gli epigoni e successori di Lovecraft. Del resto, Lovecraft continua ad avere successori, che ampliano e arricchiscono le storie del suo mondo e dei suoi cicli narrativi: una linea continua che, da contemporanei del maestro a loro volta tra i maggiori scrittori dell’epoca (come R.E. Howard e C.A. Smith), passando per autori del calibro di Robert Bloch e Frank Belknap Long, arriva ai nostri giorni, in cui autori inizialmente sconosciuti o ancora non celebri, finiscono per diventare astri della letteratura moderna (come Neil Gaiman, Kaoru Kurimoto e, in primis, Stephen King).

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Ebbene i due volumi in questione, “Il guardiano della soglia” (contenente solo l’omonimo romanzo) e “La lampada di Alhazred” (contente gli altri racconti brevi) raccolgono tutta la produzione in “collaborazione” di Lovecraft e Derleth, con l’aggiunta di saggistica italiana, e nel dettaglio:

Il guardiano della soglia (The Lurker at the Threshold – 1945)

L’ultimo degli Charriere (The survivor – 1954)

Il giorno di Wentworth (Wentworth’s Day – 1957)

L’eredità di Peabody (The Peabody Heritage– 1957)

La finestra della mansarda (The gable window – 1957)

L’antenato (The ancestor – 1957)

L’ombra venuta dallo spazio (The shadow out of space – 1957)

La lampada di Alhazred (The lamp of Alhazred – 1957)

La stanza sbarrata (The shattered room – 1959)

Il pescatore di Falcon Point (The fisherman of Falcon Point  – 1959)

La valle delle streghe (Witches’ Hollow – 1962)

L’ombra nella soffitta (The Shadow in the Attic – 1964)

I Fratelli delle Tenebre (The Dark Brotherhood – 1966)

Providence: due gentiluomini si incontrano a mezzanotte (poesia di Derleth con immaginario dialogo tra H.P.L. e E.A. Poe)

L’orrore della campata centrale (The Horror from the Middle Span – 1967)

L’argilla di Innsmouth (Innsmouth clay – 1971)

Coloro che osservano dal tempo (The Watchers out of Time – 1974)


I SUCCESSORI DI LOVECRAFT

Esistono, poi, volumi legati all’universo di Lovecraft, per lo più antologie di materiale di autori che sono stati ispirazione o epigoni di H.P. Lovecraft.

Ci si limita a segnalarne e indicarne quattro, perché quelli di maggiore validità:

I Miti di Cthulhu (Ed. Fanucci)

Horror I (Ed. Sugar – la sola ed. italiana de “L’orrore dalle Colline” di F.Belknap Long)

I Miti di Lovecraft (ed. Urania Epix – Mondadori)

Da Arkham alle stelle (Ed. Bottero) – con anche racconti di Neil Gaiman e illustrazioni.

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BIOGRAFIE SU H.P.L.

Per chi volesse conoscere meglio la vita di H.P. Lovecraft, si segnalano alcuni volumi biografici.

Il primo è lo splendido volume “Vita privata di H.P. Lovecraft”, di Reverdito editore, che contiene articoli scritti da familiari e amici dell’autore stesso, accompagnati da foto e riproduzioni di materiale originale.

Stralci di epistole e racconti, corredati da uno splendido apparato grafico e da fotografie dell’epoca, sono altresì presenti nel volume “Lovecraft Le parole, le immagini“, collana Istantanee della Mondadori, fuori catalogo.

                                                        Lovecr1  lovecraft_parole

L’editore “Profondo Rosso” ha pubblicato anche “Lovecraft e le ombre”, altra biografia scritta dallo scrittore – e amico personale di H.P.L. – Frank Belknap Long.

Più recente e moderna è invece “H.P. Lovecraft Contro il mondo contro la vita”, biografia scritta dall’Autore contemporaneo Michel Houellebecq,con postfazione di Stephen King (Ed. Bompiani).

                                                      frank-belknap-long-lovecraft-e-le-ombre-2011-copertina HOUE


IL NECRONOMICON

L’analisi dell’Opera di H.P.Lovecraft non sarebbe completa senza qualche parola sul Necronomicon, presunto libro di magia nera citato più volte dall’Autore e dai suoi successori.

Chiariamo subito: il Necronomicon NON ESISTE. Si tratta di un libro immaginario e inventato (c.d. pseudobiblia).

Per sapere i dettagli, si consiglia lo splendido saggio di Sebastiano Fusco “Storia del Necronomicon”.

Un’ultima osservazione importante: la Fanucci editore ha pubblicato i tre volumi “Necronomicon”, “Necronomicon 2 – La tomba di Alhazred” e “Il testo di R’Lyeh”: presunta raccolta di testi di negromanzia cui Lovecraft si sarebbe ispirato, indicati apparentemente come opera dello stesso Lovecraft, questi volumi sono ispirati alle storie di Lovecraft, ma non hanno nulla a che vedere con l’opera dello scrittore. Recentemente i volumi sono stati ristampati come volumi a cura di Sergio Basile (già “curatore”/Autore delle precedenti edizioni), con altri titoli e formati, ma ricalcano sostanzialmente la precedente versione.

                                                            Necronomicon-cop_stampata  Lovecr47 Lovecr49




BIBLIOGRAFIA:

CONFRONTO TRA EDIZIONI N&C E MONDADORI

Edizione Newton & Compton

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Le storie dell’orrore puro – L’incubo Tomo I – Racconti

La tomba – 1917 M1

La transazione di Juan Romero – 1919 M1 (La scomparsa di Juan Romero)

Il Vecchio Terribile – 1920 M1 (Il Terribile Vecchio)

L’albero – 1920 M1

Il tempio – 1920 M1

Le vicende riguardanti lo scomparso Arthur Jermyn e la sua famiglia – 1920 M1 (La verità sul defunto Arthur Jermyn e la sua famiglia)

Da altrove – 1920 M1 (Dall’altrove)

L’immagine nella casa – 1920 M1 (Un’illustrazione e una vecchia casa)

La palude della luna – 1921 M1

L’estraneo – 1921 M1

La musica di Erich Zann – 1921 M1

Herbert West, rianimatore – 1921-1922 M1

La paura in agguato – 1922 M1

L’orrore di Martin’s Beach – 1922 M1 con la moglie, Sonia Green

I ratti nei muri – 1923 M2 (I topi nel muro)

Alle quattro del mattino 1923 con la moglie, Sonia Green

Il divoratore di spettri – 1923 M2 con C.M.Eddy jr.

I cari estinti – 1923 M2 con C.M.Eddy jr.

Cieco, sordo e muto – 1924 M2 con C.M.Eddy jr.

Sotto le piramidi – 1924 M2 per conto di Harry Houdini

La casa evitata – 1924 M2 ( La Casa sfuggita)

L’orrore di Red Hook – 1925 M2 (Orrore a Red Hook)

Lui – 1925 M2 (L’incontro notturno)

Nella cripta – 1925 M2

Aria fredda – 1926 M2

Due bottiglie nere – 1926 M2 con Wilfred Blanch Talman

Il modello di Pickman – 1926 M2

La strana casa nella nebbia – 1926 M2 (La casa misteriosa lassù nella nebbia)

L’ultimo esperimento di Clarendon – 1927 M3 con Adolphe De Castro (L’ultimo esperimento)

Il boia elettrico – 1929 M3 con Adolphe De Castro

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Le storie dell’orrore puro – L’incubo Tomo II – Racconti

La morte alata – 1933 M4 con Hazel Heald

Sfida dall’infinito – 1935 M4 round-robin-story di Catherine L.Moore, Abraham Merrit, H.P. Lovecraft, Robert E. Howard, Frank Belknap Long (Sfida dall’ignoto)

L’albero sulla collina – 1934 M4 con Duane W. Rimel

L’orrore nel cimitero – 1933/1935 M4 con Hazel Heald (L’orrore nel camposanto)

Finché tutti i mari… – 1935 M4 con R.H. Barlow

L’esumazione – 1935 M4 con Duane W. Rimel

L’oceano della notte – 1936 M4 con R.H. Barlow (L’oceano di notte)

Le storie dell’orrore puro – L’incubo Tomo II – Miscellanea

Collaborazioni

Ceneri – 1923 M2 con C.M.Eddy jr.

I servi di Satana – 1935 di Robert Bloch

Il Loto Nero – 1934 di Robert Bloch

Il Cervello Rosso – 1924-1925 di Donald Wandrei

Il terrore dei rampicanti – 1934 di Howard Wandrei

Qualcosa dall’alto – 1929 di Donald Wandrei

Il lupo mannaro di Ponkert – 1924 di Harold Warner Munn; parte di “Tales of Warewolf Clan

L’orrore di Salem – 1936 di Henry Kuttner

Il combattimento che concluse il secolo – 1934 M4 con R.H. Barlow (Il “match” di fine secolo)

Storie umoristiche, grottesche e occasionali

Un ricordo del Dottor Samuel Johnson – 1917 M4 (racconto giovanile) (Rimembranze del Dr. Samuel Johnson)

Sacco di Pulci – 1919 M1 (Ex barone)

Ibid – 1928? M3

Dolce Ermengarde – ? M4 (racconto giovanile) (La dolce Ermengarda, ovvero: Il cuore di una ragazza di campagna)

Frammenti incompiuti

Azathoth – 1922 M1

Il successore – 1926? M2 (La discesa) [The descendant]

Il libro – 1933 M4

La torre circolare – 1934

La magione di Edward Orne – ?

Il sopravvissuto – 1934?

Universi in sfacelo – 1935 M4 con R.H. Barlow (Universi che si scontrano)

Racconti giovanili

La fiaschetta di vetro – 1897 M1 (racconto giovanile) (La bottiglia di vetro)

La caverna segreta – 1898 M1 (racconto giovanile) (La caverna segreta, o l’avventura di John Lee)

Il mistero del cimitero – 1898 M1 (racconto giovanile) (Il mistero del camposanto, o la vendetta del morto)

La nave misteriosa – 1902 M1 (racconto giovanile)

La bestia nella caverna – 1905 M1 (racconto giovanile) (L’essere nella caverna)

L’alchimista – 1908 M1 (racconto giovanile)

Racconti in versi

Psychopompos – 1919

Funghi da Yuggoth – 1929-1930

L’Avamposto – 1929?

L’Antico sentiero – 1929?

Ricordi – ?

Oceano – ?

Fantasmi – ?

Il lago dell’incubo – 1919?

La città – 1919?

Ognissanti in periferia – ?

A un sognatore – ?

Madreterra – 1919

Le campane – 1919?

Il messaggero – ?

Disperazione – 1919

Providence – 1923?

Microstorie

Il Commonplace Book – 1938? (Pubblicato da Mondadori in un vol. unico e indipendente, oggi fuori commercio: “Diario di un incubo”)

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Il sogno – Parte prima: Il mondo al di là del muro

Polaris – 1917 M1 (La stella polare)

Il Prato Verde – 1918-1919 M1 con Winifred V. Jackson

Oltre le mura del sonno – 1919 M1 (Oltre il muro del sonno)

Il ricordo – 1919 M1 (Memoria)

La Nave Bianca – 1919 M1

Il fato che colpì Sarnath – 1919 M1 (La rovina di Sarnath)

I gatti di Ulthar – 1920 M1

La Strada – 1920 M1

La poesia e gli Dei – 1920 M1 con Anna Helen Crofts

Celephaїs – 1920 M1

Nyarlathotep – 1920 M1

Il caos strisciante – 1920-1921 M1 con Winifred V. Jackson (La visione del caos)

Ex oblivione – 1920-1921 M1

La ricerca di Iranon – 1921 M1

Gli Altri Dei – 1921 M1

Hypnos – 1922 M1

Quel che porta la luna – 1922 M1 (Sui raggi di luna)

La creatura illuminata dalla luna – 1927

La razza antichissima – 1927 M3 (L’antica gente dei monti)

Il sacerdote malvagio – 1933 M4 (Il prete malvagio)

Il sogno – Parte seconda: La saga di Randolph Carter

La deposizione di Randolph Carter – 1919 M1 (La dichiarazione di Randolph Carter)

L’innominabile – 1923 M2 (Innominabile)

La chiave d’argento – 1926 M2

La ricerca onirica dello Sconosciuto Kadath – 1926- 1927 M2 (Alla ricerca del misterioso Kadath)

Attraverso i cancelli della chiave d’argento – 1932-1933 M4 con E. Hoffmann Price (Attraverso le porte della Chiave d’Argento)

Il sogno – Parte terza: Sogni e fantasie

Sogni (Frammenti di lettere di varia datazione)

Magri Notturni

La città dorata

Due braccia sinistre

Duecent’anni di attesa

Il cavaliere inesistente

L’orrore dal cielo

Dall’abisso del tempo – N.B. Racconto diverso dall’omonimo in M4 con Hazel Heald

La “cosa” sul tetto

Fratellanza oscura

Bivio nel tempo

L’insetto nel cervello

La Città dei Gatti Neri

Fantasie (Frammenti di lettere di varia datazione)

Vampirismo

L’altra Providence

La città dalle memorie pre-cosmiche

Indietro nel tempo

Mondi dispersi

La creatura del Loch

Orrore in biblioteca

L’“Eidolon” senza nome

Dal sogno al racconto (Frammenti di lettere di varia datazione)

La voce dall’abisso

Il Figlio del Caos

Incontro nella brughiera

Il Popolo Oscuro

Il sogno – Parte quarta: Saggi

Saggi sulla visione del mondo

Alle radici – 1918

Tempo e spazio – 1918

Merlino redivivo – 1918

L’Americanismo – 1918

Idealismo e materialismo: una riflessione – 1919

Il materialista oggi – 1919

Alcune cause di autoimmolazione. I motivi per cui gli esseri umani si sottomettono volontariamente a situazioni spiacevoli – ?

Tradizione e modernismo: il senso comune dell’arte – 1935

 

Saggi sul Fantastico

Lord Dunsany e la sua opera – 1922 (anche nel volume “In difesa di Dagon”       Ed. Sugarco)

Alcune osservazioni sulla narrativa interplanetaria – 1934 (anche nel volume “In difesa di Dagon” Ed. Sugarco, “Sulla fantascienza”)

Qualche passo nel mondo delle fate – 1934 (anche nel volume “In difesa di Dagon” Ed. Sugarco, “Sulle fate”)

Scrivere un racconto – 1935 È una lettera

I racconti del soprannaturale: fasi e procedimenti di scrittura – 1933 (anche nel volume “In difesa di Dagon” Ed. Sugarco, “Note su come scrivere racconti fantastici”)

In memoria di Robert Erwin Howard – 1936 (anche nel volume “In difesa di Dagon”       Ed. Sugarco)

Lovecr6

Le storie del Ciclo di Cthulhu – Il mito Tomo I – Romanzi e racconti

Storia del Necronomicon – 1927 M3 (N.B. pagg. 7, 8 e 9 dell’introduzione al volume: La leggenda del «Libro Maledetto»)

Dagon – 1917 M1

La città senza nome – 1921 M1

Il cane – 1922 M1 (Il segugio)

Il festival – 1923 M2 (La ricorrenza)

Il richiamo di Cthulhu – 1926 M2

Il caso di Charles Dexter Ward – 1927 M3

Il colore venuto dallo spazio – 1927 M3

L’Orrore di Dunwich – 1928 M3

La maledizione di Yig – 1928 M3 con Zealia Brown Bishop

Il tumulo – 1929- 1930 M3 con Zealia Brown Bishop (K’n-yan) [The Mound]

Colui che sussurrava nelle tenebre – 1930 M3

L’ombra su Innsmouth – 1931 M4 (La maschera di Innsmouth)

 Lovecr7

Le storie del Ciclo di Cthulhu – Il mito Tomo II – Romanzi e racconti

Le Montagne della Follia – 1931 M4

Medusa – 1929 M3 con Zealia Brown Bishop (L’abbraccio di Medusa)

I sogni nella casa stregata – 1932 M4 (La casa delle streghe)

L’uomo di pietra – 1932 M4 con Hazel Heald

La cosa sulla soglia – 1933 M4

L’orrore nel museo – 1932 M4 con Hazel Heald

Dai millenni – 1933 M4 con Hazel Heald (Dall’abisso del tempo)

L’ombra venuta dal tempo – 1935 M4 (L’ombra calata dal tempo)

Il diario di Alonzo Typer – 1935 M4 con William Lumley

L’abitatore del buio – 1935 M4

Le storie del Ciclo di Cthulhu – Il mito Tomo II – Miscellanea

Tra le mura di Eryx – 1936 M4 con Kenneth Sterling (Nel labirinto di Eryx)

La trappola – 1931 M4 con Henry S. Whitehead

Le storie del Ciclo di Cthulhu – Il mito Tomo II – Saggi

L’orrore soprannaturale nella letteratura – 1927 (anche in volume autonomo Ed. Sugarco)



Edizione Oscar Mondadori

Lovecr8

Tutti i racconti, Vol. I – 1897-1922

La tomba – 1917

Dagon – 1917

La stella polare – 1917

Oltre il muro del sonno – 1919

Memoria – 1919

Ex barone – 1919

La scomparsa di Juan Romero – 1919

La Nave Bianca – 1919

La rovina di Sarnath – 1919

La dichiarazione di Randolph Carter – 1919

Il Terribile Vecchio – 1920

L’albero – 1920

I gatti di Ulthar – 1920

Il tempio – 1920

La verità sul defunto Arthur Jermyn e la sua famiglia – 1920

La Strada – 1920

Celephaїs – 1920

Dall’altrove – 1920

Nyarlathotep – 1920

Un’illustrazione e una vecchia casa – 1920

Ex Oblivione – 1920-1921

La città senza nome – 1921

La ricerca di Iranon – 1921

La palude della luna – 1921

L’estraneo – 1921

Gli altri dei – 1921

La musica di Erich Zann – 1921

Herbert West, rianimatore – 1921-1922

Hypnos – 1922

Sui raggi di luna – 1922

Azathoth – 1922

Il segugio – 1922

La paura in agguato – 1922

La bottiglia di vetro – 1897 (racconto giovanile)

La caverna segreta, o l’avventura di John Lee – 1898 (racconto giovanile)

Il mistero del camposanto, o la vendetta del morto – 1898 (racconto giovanile)

La nave misteriosa – 1902 (racconto giovanile)

L’essere nella caverna – 1905 (racconto giovanile)

L’alchimista – 1908 (racconto giovanile)

Il Prato verde – 1918-1919 con Winifred V. Jackson

La poesia e gli dei – 1920 con Anna Helen Crofts

La visione del caos – 1920-1921 con Winifred V. Jackson

L’orrore di Martin’s Beach – 1922 con la moglie, Sonia Green

 Lovecr9

Tutti i racconti, Vol. II – 1923-1926

I topi nel muro – 1923

Innominabile – 1923

La ricorrenza – 1923

La Casa sfuggita – 1924

Orrore a Red Hook – 1925

L’incontro notturno – 1925

Nella cripta – 1925

La discesa – 1926?

Aria fredda – 1926

Il richiamo di Cthulhu – 1926

Il modello di Pickman – 1926

La chiave d’argento – 1926

La casa misteriosa lassù nella nebbia – 1926

Alla ricerca del misterioso Kadath – 1926-1927

Ceneri – 1923 con C.M.Eddy jr.

Il divoratore di spettri – 1923 con C.M.Eddy jr.

I cari estinti – 1923 con C.M.Eddy jr.

Cieco, sordo e muto – 1924 con C.M.Eddy jr.

Sotto le Piramidi – 1924 per conto di Harry Houdini

Due bottiglie nere – 1926 con Wilfred Blanch Talman

 Lovecr10

Tutti i racconti, Vol. III – 1927-1930

Il caso di Charles Dexter Ward – 1927

Il colore venuto dallo spazio – 1927

L’antica gente dei monti – 1927

Storia del Necronomicon – 1927

Ibid – 1928?

L’orrore di Dunwich – 1928

Colui che sussurrava nelle tenebre – 1930

L’ultimo esperimento – 1927 con Adolphe De Castro

La maledizione di Yig – 1928 con Zealia Brown Bishop

Il boia elettrico – 1929 con Adolphe De Castro

K’n-yan – 1929-1930 con Zealia Brown Bishop [The Mound]

L’abbraccio di Medusa – 1929 con Zealia Brown Bishop

 Lovecr11

Tutti i racconti, Vol. IV – 1931-1936

Le Montagne della Follia – 1931

La maschera di Innsmouth – 1931

La casa delle streghe – 1932

La cosa sulla soglia – 1933

Il prete malvagio – 1933

Il libro – 1933

L’ombra calata dal tempo – 1935

L’abitatore del buio – 1935

La trappola – 1931 con Henry S. Whitehead

L’uomo di pietra – 1932 con Hazel Heald

L’orrore nel museo – 1932 con Hazel Heald

Attraverso le porte della Chiave d’Argento – 1932-1933 con E. Hoffmann Price

La morte alata – 1933 con Hazel Heald

Dall’abisso del tempo – 1933 con Hazel Heald

L’orrore nel camposanto – 1933/1935 con Hazel Heald

L’albero sulla collina – 1934 con Duane W. Rimel

Il “match” di fine secolo – 1934 con R.H. Barlow

“Finché tutti i mari…” – 1935 con R.H. Barlow

L’esumazione – 1935 con Duane W. Rimel

Universi che si scontrano – 1935 con R.H. Barlow

Il diario di Alonzo Typer – 1935 con William Lumley

Nel labirinto di Eryx – 1936 con Kenneth Sterling

L’oceano di notte – 1936 con R.H. Barlow

Rimembranze del Dr. Samuel Johnson – 1917 (racconto giovanile)

La dolce Ermengarda, ovvero: Il cuore di una ragazza di campagna – ? (racconto giovanile)

Sfida dall’ignoto – 1935 round-robin-story di Catherine L.Moore, Abraham Merrit, H.P. Lovecraft, Robert E. Howard, Frank Belknap Long