Arthur Machen – Un frammento di vita & Il popolo bianco – Recensione
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Edizioni Hypnos ha pubblicato nella collana “Biblioteca dell’Immaginario” (da sempre fra le più ricche di offerte di qualità tra gli autori maestri dello horror) un volume contenente alcune opere di Arthur Machen, fra i maestri del genere weird/horror.

Il volume, nello specifico, contiene Un frammento di vita, Il popolo bianco e Un doppio ritorno (oltre a una bibliografia di Machen).

Dal sito dell’editore (Edizioni Hypnos):

Nelle esplorazioni di Edward Darnell, figlie dei vagabondaggi dell’autore, Londra diventa terra incognita, ricca di incanti, promesse e minacce. Lasciandosi alle spalle la grigia esistenza di impiegato della City, la grettezza della vita quotidiana nei sobborghi, il protagonista parte alla scoperta della vera realtà oltre il mondo materiale, ritrovando i verdi viottoli del Galles nella metropoli, scoprendo il significato autentico dell’eredità nascosta dei suoi padri. La realtà oltre le apparenze, l’esplorazione di mondi sconosciuti ma sempre a portata di mano, i tesori che offrono e i pericoli a cui si espone chi decide di intraprendere il viaggio sono i temi portanti della narrativa di Machen, carica di influenze mistiche e suggestioni legate alla tradizione celtica: Un frammento di vita, pubblicato qui per la prima volta in Italia, e Il popolo bianco, considerato uno dei suoi grandi capolavori, ne sono tra le più importanti testimonianze.

ARTHUR MACHEN (1863-1947), gallese di nascita, è considerato tra i maggiori autori del fantastico, alla pari di Edgar Allan Poe e H.P. Lovecraft. Tra le sue opere più importanti i racconti Il grande dio Pan (1894), definito da Stephen King “forse la miglior storia horror scritta in lingua inglese”, e Il popolo bianco (1904), veri e propri classici della letteratura weird e horror, il romanzo La collina dei sogni(1907) e il ciclo di storie de I tre impostori, definito da Elémire Zolla “un capolavoro circolare”. Arthur Machen fu anche membro della Golden Dawn, a testimonianza della sua continua e instancabile ricerca spirituale.

Il commento.

Voglio analizzare i tre testi singolarmente.

Un frammento di vita in questa pregevole edizione è presente sia nella versione definitiva più nota, ma anche – in appendice A – nella prima versione dello Horlick’s Magazine, di cui è recuperata la prima versione del capitolo IV (quello conclusivo e più importante della storia). Come suggerisce il titolo, questo primo romanzo breve costituisce esattamente “un frammento di vita” matrimoniale, nell’Inghilterra di fine 800, fra i due protagonisti della storia. Per 3/4 buoni della storia, la trama è costituita proprio da scenari domestici, dal menage e dall’economia di una giovane coppia senza troppi soldi, in un paesaggio nostalgico e ammaliante, che fa rimpiangere l’apparente semplicità dei tempi andati. La storia, improvvisamente, sterza però in una nuova dinamica, laddove lo scenario si rivela il pretesto da cui sortire uno straniamento totale del lettore, verso un mondo e un tempo ancora più lontani e alieni, grazie anche a un ricordo dell’infanzia del protagonista che è epifania dell’invisibile e del grottesco, additando a un altro mondo, oltre il velo del nostro… Quel mondo pagano e celtico, ma anche mostruoso e alieno, tanto caro a Machen. Anche il vagabondare del protagonista per Londra rivela quell’ozioso perdersi nello spazio, quasi un percorso alchemico di purificazione e ritorno alle origini, leit motiv dell’Autore. Più pratico e tragico il finale alternativo della prima versione, che in parte perde parte di quella magnificenza e immaginazione che caratterizza la versione definitiva, sebbene sappia maggiormente convincere e dare compiutezza alla storia. Francamente, penso che il finale perfetto sarebbe proprio sorto da una fusione tra le due strutture della trama, mai elaborata da Machen, per quanto noto.

Il popolo bianco è una sorta di lungo monologo o diario, incorniciato dal dialogo tra alcuni personaggi. Personalmente, per quanto questa cornice sia interessante e nel paradosso sappia enucleare un concetto molto interessante (cioè l’effimero ribaltamento degli opposti), ho trovato poco utile questa sezione della storia, che pare più un espediente per offrire il vero nucleo della storia (sebbene il ragionamento di fondo serva proprio a creare la giusta atmosfera, come un sottofondo). In questo diario di una bambina, dal ritmo infantile e un po’ psichico (alla Joyce), si adombra nuovamente l’esistenza di antichi riti e di un altro popolo, fatato (o ancora alieno, con tratti molto affini alla moderna teoria UFO) e sicuramente pagano, che potrebbe essere accanto al nostro, mostruoso e aberrante o – nel ribaltamento degli opposti così “uguali” – persino salvifico e materno. Un testo in pieno stile Machen.

Infine, Un doppio ritorno è un simpatico racconto che, giocando sull’ambiguità o sul’equivoco, sembra quasi adombrare un orrore quasi gotico, in una tragedia”nevrotica” di grande divertissement.

Un frammento di vita – Il popolo bianco, 236 pagg. € 21,90

 9788896952665